Tarantelle. Higuain segna, Napoli sogna e Bassolino sfotte l’interista de Magistris

Gonzalo Higuain ha inguaiato de Magistris. La doppietta del Pipita ha fatto esultare tutti gli aspiranti, pretendenti al soglio di Palazzo San Giacomo tranne uno, il suo attuale titolare. E dato che gli avversari la sanno lunga, hanno cominciato anche a prenderlo in giro perchè – notorio interista – è rimasto nel buio degli infelici pochi che alle falde del Vesuvio non hanno esultato per il successo che lancia la squadra di Sarri in testa alla classifica venticinque anni dopo dall’ultima volta, quando c’erano ancora Maradona e Careca.

L’ha preso di petto Antonio Bassolino che ha maramaldeggiato sui social: “Per chi fa il tifo de Magistris?”. E giù, la bacheca del Viceré s’è trasformato nel bar Sport di Mergellina con due fazioni a combattersi: da un lato gli irriducibili della Curva B, dall’altro gli snob arancionerazzurri che il pallone non lo guardano per partito preso o delusione incassata. Ha esultato anche il candidato di Forza Italia, Gianni Lettieri che ha pubblicato il balletto post-partita di Higuain sulla sua bacheca, persino la compagna di Silvio Berlusconi, Francesca Pascale, non s’è sottratta al caldo soffio della vittoria calcistica con tanto di selfie celebrativi.

E state certi che non è solo folklore pallonaro perchè dietro la questione della squadra del cuore azzurro, che due candidati su tre sognano finalmente scudettata, c’è tutta una telenovela politico-amministrativa che risponde all’invocazione ieratica di San Paolo, (stadio) di Fuorigrotta. Con l’intemperante Aurelio de Laurentiis, de Magistris ha litigato più di quanto abbia fatto Maradona con Corrado Ferlaino ai tempi. Ora che si apre la campagna elettorale, il pallone conta e con il Napoli lassù in cima pesa ancor di più.

L’unico a stare al sicuro (relativamente) dall’esaltazione partenopea è il governatore Vincenzo De Luca. Ma sta, come dicono nella sua Salerno, con due piedi in una scarpa cioè deve mantenere un atteggiamento cauto e guardingo se si parla di calcio. La sua Salernitana sta messa malissimo e, per questioni rigidamente campanilistiche, nominarla a Napoli non si può. La seconda passione, però, è quella che davvero sarebbe innominabile. I contrabbandieri di segreti raccontano di un De Luca timidamente juventino e non sia mai si venisse a confermare e sapere una cosa del genere, la crisi sarebbe immediata.

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Giovanni Vasso

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