Segnalibro. L’euro e l’Ue, la cultura tedesca fra ‘700 e ‘800 e forse re Artù tornerà

dove-si-trova-la-tavola-rotonda-di-re-artù-2-638x425La cultura tedesca fra ‘700 e ‘800

Attraverso l’epistolario si comprende l’intimità di un intellettuale, di uno scrittore, si capisce il suo orizzonte narrativo ma anche le sue aspirazioni, le sue speranze e l’evoluzione del suo pensiero. Pubblicando quindi, nel 1931, una prima serie di lettere di scrittori sulla Frankfurter Zeitung, l’intellettuale tedesco Walter Benjamin presentò ai lettori il panorama vasto degli intellettuali tedeschi di differenti formazioni e sensibilità fra ‘700 e ‘800. Lo scopo era di mostrare cosa significasse “essere tedeschi” (Uomini tedeschi, Einaudi ed., pagg. 186, euro 18.00). La raccolta in volume delle due serie uscì nel 1936 quando, per l’avvento del nazionalsocialismo, Benjamin era emigrato. Tra le varie lettere sono riportate quelle di Hölderlin, Goethe, Kant, Liebig, Grimm, Brentano, Lichtenberg, Pestalozzi, Zelter ecc. Interessante collage politico e letterario anche se la presentazione dell’Einaudi è in un certo senso un po’ fuorviante in quanto presenta quel periodo come una civiltà “sobria, appassionata, responsabile rispetto alla retorica e alla violenza del Reich”. Una contrapposizione fra la civiltà di fine Settecento inizi Ottocento e il Terzo Reich. Invece, molti degli autori riportati in questa antologica interessante appartengono proprio al Romanticismo tedesco che fu apertamente movimento antesignano della Rivoluzione conservatrice. Alcuni filoni della quale ispirarono il nazionalsocialismo.

Andare oltre l’euro

L’euro rappresenta l’unità europea e garantisce una economia forte oppure favorisce una certa asimmetria nelle economie dell’Ue acuendo le difficoltà di alcuni Paesi? La Grecia è rimasta nell’Ue ma a un prezzo pesante diffondendo incertezza in tutta Europa verso l’Ue. Per alcuni economisti si tratta soltanto di aver prolungato l’agonia del Paese ellenico. Si parla dell’urgenza di riforme strutturali e della ripresa già avviata. Tutti i dirigenti diei partiti governativi e i presidenti del Consiglio (in particolare Matteo Renzi) non fanno che assicurare che la ripresa c’è, anche se “timida”. Ma c’è riscontro nella realtà? Si tratta di una realtà visibile o soltanto un’analisi basata su piccoli spostamenti congiunturali di qualche punto percentuale? Paolo Becchi, ordinario nel Dipartimento di Giurisprudenza dell’Ateneo genovese e Alessandro Bianchi, economista, hanno raccolto (Oltre l’euro, Arianna ed.- Gruppo Macro, pagg. 255, euro 12.90) i contributi sul tema di economisti e sociologi come Paolo Savona, Alberto Bagnai, Francesco Borrelli, Vladimiro Gianni De Michelis, Giuseppe Guarino, Jacques Sapir, Alain de Benoist, Piergiorgio Gawronski ecc., analizzando rischi e pericoli. Un panorama alquanto esaustivo di rischi, pericoli, che derivano anche, come ha sottolineato De Michelis, dalla distruzione della classe dirigente all’inizio anni Novanta, che ha aperto le porte alla privatizzazione selvaggia e “al cappio del vincolo esterno”.

Re Artù è ancora fra noi

Cinema, romanzi, cartoni animati, musica e giochi di ruolo ripropongono spesso il ciclo del Graal, uno dei più amati periodi dell’epica medievale europea. La letteratura e i film fantasy, negli ultimi decenni, hanno contribuito a diffondere questo interesse ulteriormente e dopo molti anni è stata ripresentata un’opera (La morte di re Artù, il Cerchio ed., pagg. 261, euro 22.00) scritta nel tardo Medioevo e, dal XIII secolo, ricopiata dagli amanuensi cistercensi. Per molto tempo questa opera non secndaria nella cultura europea è stata attribuita all’ecclesiastico Walter (o Gautier) Map, ma la critica ormai da tempo ne esclude la paternità all’unanimità. Questo libro è la narrazione più completa della storia di re Artù, dei suoi combattimenti, compreso quello finale dal quale ne uscì ferito gravemente, in fin di vita, ma non morto. Nel racconto si narra che Artù sarebbe pronto a tornare nel mondo se fosse necessario intervenire nel nome della giustizia. Come spiega nella prefazione Adolfo Morganti, il direttore editoriale de Il Cerchio, nella narrativa medievale cristiana, anche l’apocalisse umana non è, a ben vedere, che preludio al trionfo finale ultraterreno e la lunga serie di battaglie e morti che martella le righe di questo componimento anonimo d’ambiente cistercense del XIII secolo – ultima parte del Lancelot-Graal – in nome del contenimento del Caos, non trasuda nichilismo”. Traduzione e introduzione di Luca Nerazzini.

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Manlio Triggiani

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