Il caso. Se la parola “partigiano” non è funzionale alla pacificazione nazionale

In Spagna i caduti della guerra civile sono seppelliti (insieme) nella Valle de los caidos, esempio di pacificazione
In Spagna i caduti della guerra civile sono seppelliti (insieme) nella Valle de los caidos, esempio di pacificazione

Nel 2016 la memoria dovrebbe unire ed essere funzionale ad una rinnovata coesione patriottica. Invece proseguono polemiche pretestuose e ideologiche, fuori tempo massimo, anche in contesti nei quali bisognerebbe cercare forsennatamente l’armonia per superare le ferite della guerra civile. Vi raccontiamo allora la storia del comune di Martignacco, dove un sindaco di destra ha scelto di non aggiungere la parola “partigiano” sulla segnaletica dell’intitolazione di una vita della città a Pietro Mancini, combattente sul fronte della resistenza. la polemica risale al novembre scorso, ma è tornata d’attualità con un articolo pubblicato dal Venerdì di Repubblica.

La posizione del sindaco Marco Zanor

L’affresco di Mitri contestato

Il primo cittadino, Marco Zanor, eletto nelle liste di Fratelli d’Italia, ha rifiutato ogni accostamento con nostalgie varie e ha spiegato così la sua posizione: “Inserire la qualifica di partigiano nella segnaletica stradale di una via intitolata a un Caduto della Resistenza può privilegiare una categoria di combattenti e compromettere il processo di pacificazione nazionale”. Il Comitato Provinciale ANPI di Udine ha ricordato che il municipio aveva anche restaurato un’opera pittorica del ventennio (di Ernesto Mitri, all’ingresso dell’ex cinema Impero) e richiesto l’inserimento di una lapide con la parola “partigiano”. La risposta dell’amministrazione: “La Giunta non ritiene di enfatizzare una categoria di combattenti rispetto ad altre, perché ciò potrebbe compromettere il necessario processo di pacificazione nazionale”.

Le parole di Violante per la pacificazione

“Nella storia scritta dai vincitori, e nelle convenienze che segnarono la guerra fredda, e che comportavano un atteggiamento di particolare condiscendenza per Tito, le foibe dovevano scomparire dalla memoria nazionale”: Luciano Violante, da presidente della Camera ed esponente dell’ex Pci, non fece mancare nel suo mandato una particolare attenzione alla ricomposizione della memoria nazionale, sia sul tema delle foibe sia reclamando comprensione per “la scelta dei ragazzi di Salò”. Ma evidentemente questa lezione non è compresa dai rappresentanti friulani dell’Anpi, interessati solo a rinfocolare divisioni e lacerazioni antiche…

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Antonio Fiore

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