Economia. Export dell’Italia verso la Russia: -34% per le sanzioni Ue (da abolire)

Una vignetta dell'Economist sulle sanzioni anti Russia
Una vignetta dell’Economist sulle sanzioni anti Russia

Le misure affettive economiche contro la Russia penalizzano pesantemente le esportazioni italiani e la politica dovrebbe – a partire dal premier Renzi – battere un colpo per abolire le sanzioni.

L’embargo anti-Russia disposto dopo la crisi ucraina, costa al Made in Italy ben 3,6 miliardi di euro. Il dato emerge dall’ultimo studio della Cgia di Mestre, secondo cui l’export italiano verso la Federazione russa è passato dai 10,7 miliardi di euro del 2013 ai 7,1 miliardi del 2015, registrando un -34%. La Lombardia è la regione che più ci ha rimesso perdendo 1,18 miliardi, poi l’Emilia Romagna (-771 milioni) e il Veneto (-688,2 milioni).

I settori industriali più penalizzati

Dei 3,6 miliardi di minori esportazioni, 3,5 milioni sono ascrivibili al comparto manifatturiero. I macchinari (-648,3 milioni di euro), l’abbigliamento (-539,2 mln), gli autoveicoli (-399,1), le calzature/articoli in pelle (-369,4), i prodotti in metallo (-259,8), i mobili (-230,2) e le apparecchiature elettriche (-195,7) sono stati i settori dove i volumi di affari hanno registrato le contrazioni più importanti.

La Cgia contro le sanzioni

“Anche alla luce degli attacchi terroristici avvenuti nei giorni scorsi a Bruxelles – segnala il coordinatore della Cgia, Paolo Zabeo – è giunto il momento che l’Unione europea riveda la propria posizione nei confronti di Mosca. Rispetto al 2014, le condizioni geo-politiche sono completamente cambiate”.

Le sanzioni dell’Ue – La Cgia ricorda che in risposta all’annessione della Crimea da parte della Russia del marzo 2014, l’Unione Europea ha imposto una serie di azioni restrittive contro Mosca. Queste azioni sono state di natura diplomatica, di carattere restrittivo (congelamento dei beni e divieto di visto applicati a persone ed entità responsabili di azioni contro l’integrità territoriale dell’Ucraina) e sanzioni di tipo economico.

Le sanzioni sono state recentemente prorogate fino al 31 luglio 2016 dal Consiglio Europeo.

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