Effemeridi. Vintila Horia Premio Goncourt per “Dieu est né en exile”

Vintilia Horia
Vintilia Horia

4 aprile 1992. Muore in Spagna lo scrittore e poeta romeno Vintila Horia.
Nato nel 1915 in Oltenia, regione storica della Romania, studiò a Bucarest laureandosi in Legge. Negli anni ’30 si trasferì in Italia per studiare Lettere e Filosofia nell’Università di Perugia. Nel suo Paese, dopo aver pubblicato raccolte poetiche e collaborato alla rivista “Gandirea” del filosofo Nichifor Crainic, nel 1939 dette vita alla rivista letteraria “Mesterul Manole”.
Durante la Seconda guerra mondiale fu addetto stampa nell’ambasciata di Romania a Roma fino a quando, nell’ottobre 1940, andarono al governo i legionari della Guardia di Ferro che lo rimossero dall’incarico diplomatico.
Due anni dopo però ricoprì lo stesso incarico di addetto stampa nell’ambasciata romena a Vienna, città dove già viveva da quando aveva lasciato l’Italia.
Dopo alterne vicende legate al cambio dei governi in Romania, scelse l’esilio anziché rientrare nella Romania del 1945, ormai nel blocco sovietico e dove nel 1946 fu condannato ai lavori forzati in contumacia.
Visse quindi in condizioni di indigenza, dapprima a Bologna, poi a Stresa e a Roma.
Infine si stabilì a Firenze dove conobbe e frequentò Giovanni Papini e iniziò a collabrorare ad alcune riviste italiane. Nella sua permanenza fiorentina frequentò l’ambiente culturale che ruotava attorno ad Adolfo Oxilia, all’editore Bruno Nardini, ad Attilio Mordini e allo scrittore, futuro sindaco di Firenze, Piero Bargellini. Emigrò poi in Argentina dove lavorò come bancario, libraio, giornalista e infine fu docente di Letteratura romena nell’Università di Buenos Aires.
Nel 1953 ritornò in Europa, a Madrid, dove diresse la sezione italiana del Dipartimento di Cultura moderna del Consiglio superiore delle ricerche.
Nel 1960 nuovo spostamento, la nuova residenza divenne Parigi e, in Francia, nello stesso anno vinse il prestigioso Premio Goncourt per il romanzo “Dieu est né en exile”. In seguito a ciò l’ambasciata romena lo contattò al fine di sfruttare propagandisticamente la situazione. Horia rifiutò sdegnosamente e la vendetta nei suoi confronti scattò immediatamente: “l’Humanité”, organo del Partito Comunista francese avviò una campagna diffamatoria accusandolo di essere un “fascista romeno” e di aver scritto sulla stampa della Guardia di Ferro (nella quale peraltro non aveva mai militato). Visto l’imbarazzo dei giurati del Goncourt, Horia li sollevò da ciò rinunciando al premio.
Ripercorse quindi la sua storia rivedendo la sua posizione critica nei confronti del movimento legionario, rivalutando in particolare la figura di Corneliu Codreanu.
Riprese l’insegnamento di Lettere in varie Università: Madrid, Parici, Alcalà de Henares. I suoi numerosi romanzi furono pubblicati nella sua Romania solo dopo la caduta di Ceausescu. (dal gruppo Effemeridi del giorno)

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Amerino Griffini

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