Boxe. A Las Vegas c’è l’eterna (o l’ultima?) rivincita tra Pacquiao e Bradley

pacquiao vs bradleySarà una grandissima sfida tra Manny Pacquiao e Timothy Bradley, sabato a Las Vegas. Il filippino e l’americano hanno un grosso conto in sospeso e in Nevada deve arrivare la resa dei conti finale tra il religiosissimo pugile filippino e il devastante “Desert Storm” americano.

L’incontro sarà, forse, l’ultimo della lunga e gloriosa carriera di Pacquiao. In estate dovrà difendere il seggio conquistato al Senato di Manila, intanto salirà sul ring per difendere una carriera prestigiosissima che ne ha fatto un beniamino nel suo Paese. E anche fuori.

Il motivo è semplicissimo: la boxe di Pacquiao è coraggiosa, generosa e pesante. Attacca, sempre avanti, una specie di zemaniano con i guantoni. Fisiologico (quasi) che perdesse contro il catenacciaro Floyd Mayweather, uno che punta tutto sulla resistenza e sul mettere a referto un punticino in più dell’avversario. Manny Pacquiao, sconfitto, si prese la grandissima consolazione di sfotterlo: picchia me, non la tua famiglia, alludendo ai presunti maltrattamenti che il pugile americano avrebbe inflitto alla moglie. Le Filippine, poi, amano Pacquiao perchè ha riscattato il nome di un Paese (sportivamente) semisconosciuto. Come sul ring, così è nella vita: generoso (la sua Fondazione gli porta via un sacco di tempo tra mille iniziative in patria) e di mano pesante (ne sa qualcosa chi, da lui, è stato criticato politicamente).

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Contro Bradley avrà l’occasione di una confermare la rivincita del 2014, dato che l’americano l’aveva sconfitto una prima volta (ai punti nel 2012) per il tramite di un verdetto che definire opinabile è ancora poco. La Tempesta del Deserto non è atleta da sottovalutare, però. Tutt’altro. Ha una storia personale che ne fa una specie di George Foreman dei giorni nostri, l’eterno avversario, l’eterno rivale, l’eterno cattivo che deve per forza perdere affinchè il bene trionfi. Non è che sia un beniamino del pubblico ma questo non è certo peccato mortale. La sua è boxe potente e seppur s’è trovato indosso la cintura dei Welter per mezzo di alcune fortunate combinazioni (la tirchieria di Mayweather, per esempio) non è combattente da prendere per nulla sottogamba.

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Giovanni Vasso

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