Roma. Baldoni: “Alemanno pessimo sindaco. La Meloni? Vedremo. Storace prese l’1,3”

Una manifestazione di popolo ai tempi di An. A Roma
Una manifestazione di popolo ai tempi di An. A Roma

“I romani non possono dimenticare che un sindaco di destra, Alemanno, ha contribuito a rendere invivibile la città. La candidatura della Meloni? Vedremo. Critico le visioni localistiche, prive di un progetto arioso e con visioni. Storace alle ultime amministrative ha preso l’1,3…”: Adalberto Baldoni giornalista parlamentare, storico della destra e saggista filigrana così le divisioni della destra romana e il futuro dell’area sovranista. Deluso e concreto, con realismo giornalistico individua protagonisti e colpevoli nella folle corsa al Campidoglio.

Le comunali romane evidenziano una falla non risanabile nella destra moderata? 

A Roma, la crisi della destra moderata è iniziata negli anni in cui Gianni Alemanno, eletto sindaco nell’aprile 2008, ha gestito pessimamente il Campidoglio. L’ex leader della destra sociale (che non è stata mai sociale…) doveva dare un segno di discontinuità con il passato. Invece dai suoi predecessori ha attinto le cose peggiori, tanto è vero che i suoi principali collaboratori sono finiti in carcere o sono in attesa di giudizio, impelagati nell’inchiesta su “Mafia Capitale”. A mio parere i romani non possono dimenticare che un sindaco di destra ha contribuito a rendere più invivibile la città e, con le sue discutibili scelte politiche, ha rotto ogni equilibrio con l’area cattolica. A questo proposito è sufficiente rammentare l’allontanamento del capace Mauro Cutrufo (già esponente della Democrazia Cristiana) nel 2011, per manovre interne di bottega.

L’elettorato della destra romana, conquistato a suo tempo da Alleanza Nazionale, su che sigla partitica si è riversato?

 L’elettorato della destra romana, a suo tempo confluito in Alleanza nazionale, è confuso, smarrito, deluso, incazzato con tutto e tutti. Finora non si è riversato su nessuna sigla perché nemmeno il partito di Giorgia Meloni è riuscito ad attirare interesse, simpatie, consensi. Privo com’è di un progetto politico d’ampio respiro, ossia a lungo termine, e soprattutto di un retroterra culturale di spessore. In campo nazionale la classe dirigente latita, ad eccezione di Fabio Rampelli. Anche qui è stato un errore privarsi di un politico come Guido Crosetto.

All’orizzonte intravede nuove aggregazioni politiche dopo le comunali romane e figlie delle comunali romane?

A destra si vaticina una nuova aggregazione politica che, escludendo i moderati di Forza Italia, possa basarsi sull’alleanza Fratelli d’Italia- Lega. Così come è stato concepito, é un progetto destinato a fallire. La Meloni, suo malgrado, sotto la spinta di Matteo Salvini (il cui unico scopo era quello di rompere le scatole a Berlusconi) ha accettato di candidarsi a sindaco. I risultati diranno se la sua è stata una scelta saggia oppure una mossa azzardata. La scesa in campo della Meloni servirà a salvare qualche seggio agli aspiranti consiglieri comunali della sua parte politica. Finché si ragionerà con logiche localistiche e spartitorie, non si andrà da nessuna parte. Ricordiamo che alle elezioni amministrative del 2013, Fratelli d’Italia con il 5,92% ( poco più di 60 mila voti) ha raccolto solo due seggi. La Destra di Francesco Storace, da parte sua, ha raggiunto l’1,30 per cento, con 13 mila voti circa. Nessun eletto ed una figura barbina. Eppure forte di questa miserrima cifra, ha fatto sì che l’ex governatore della Regione Lazio, stuzzicato da Fini, abbia potuto ringhiare sia verso la Meloni che nei confronti del Cavaliere. Dove siamo arrivati….

Lei ha svolto il ruolo di consigliere comunale a Roma. Che caratteristiche dovrebbe avere un sindaco per gestire un territorio così vasto e complesso?

Sono stato eletto (non designato) diverse volte consigliere comunale. Tra le migliori consiliature ricordo con piacere quella degli anni Novanta quando nel 1995 venni eletto (anche in questo caso non designato…) capogruppo di Alleanza nazionale. Nel 1993 Gianfranco Fini, era giunto al ballottaggio con Francesco Rutelli ed aveva ottenuto uno straordinario successo: 955.859 voti e 46,9%. In Campidoglio entrarono 14 consiglieri. Il Msi-Destra nazionale, infatti, aveva raggiunto quasi 400 mila suffragi, con il 31,0 %. Con me c’erano elementi di valore. Per non fare torto agli altri ricordo solo coloro che sono prematuramente scomparsi: Teodoro Buontempo e Tony Augello, due “animali” politici che battevano quotidianamente il territorio, parlavano con la gente della strada, conoscevano la periferia come le loro tasche. Alemanno ha fallito anche per la sua innata pigrizia, la sua alterigia, la sua arroganza. Se fate caso anche il suo successore, il sinistrorso (per convenienza) Ignazio Marino, è finito nella merda perché dal punto caratteriale aveva gli stessi difetti del sindaco di destra. Un primo cittadino, oltre che conoscere le infinite problematiche della città, deve porsi al lavoro con umiltà, circondarsi di collaboratori esperti, capaci, onesti.

La candidatura della Raggi è un’attrattiva per l’elettorato deluso della destra sociale?

Se non commette errori di comunicazione, se non cade nei tranelli della sinistra, se dimostra che gli odiosi steccati ideologici sono finiti, la dinamica e attraente Virginia Raggi ha buone possibilità di catturare consensi non solo a destra ma anche tra i moderati e i cattolici.

@barbadilloit

Marina Simeone

Marina Simeone su Barbadillo.it

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