Flop ballottaggi. Bersani accusa il conformismo dem

BERSANi

Pierluigi Bersani e la realtà velenosa del Pd renziano: amici “troppo amici” e cortocircuiti nell’informazione azzoppano la credibilità dem. 

É giunta l’ora della resa dei conti, nel Pd. O, almeno, è arrivato il momento in cui qualcuno può finalmente togliersi qualche macigno dalle scarpe e gettarlo contro il Giglio Magico. Intervenendo ad Agorà su Raitre, Pierluigi Bersani analizza le cause della sconfitta dem ai ballottaggi e punge Renzi parlando la lingua del realismo politico.

“Siamo distanti dalla realtà”, ha detto l’ex segretario del Pd: “Come dice Vasco Rossi in una sua canzone, il Pd deve scrollarsi le mani amiche di dosso. Abbiamo avuto troppi applausi, bisogna smettere di ascoltare gli amici troppo amici che abbiamo e in un corto circuito tra politica e informazione abbiamo creduto a una rappresentazione della realtà che s’è dimostrata non veritiera”.

Bersani si lancia in un’intuizione controcorrente sul risultato delle destre: “Tutti i fenomeni in Italia nascono in luoghi piccoli. Nei comuni con meno di 15mila abitanti c’è stato un fiorire di tantissime liste civiche di chiara ispirazione di destra. Non è vero che la destra s’è dissolta, e questo lo dico ai miei. La destra è come la Roma che deve decidere cosa fare dopo Totti, così questa deve decidere cosa fare dopo Berlusconi”.

Sul referendum costituzionale di ottobre: “Nessuno si azzardi nemmeno a pensare di mettere in dubbio la mia coerenza. Però se continuerà questa campagna così forte, che non condivido, non mi vedranno a nessun banchetto. La Costituzione è una cosa seria e non si può fare che ogni governo, magari supportato da un parlamento che si è eletto e nominato per sè, si faccia la sua. Le dimissioni? Nemmeno De Gasperi ha mai pensato di ritirarsi se la Costituente avesse fallito…”

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Alemao

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