Calcio. Da José Altafini a Edinson Cavani, i cinque “tradimenti” ai napoletani

Juve-Napoli-storicoQuando il calcio diventa una sceneggiata (in senso tecnico e spesso anche in senso corrente) non si può sottrarsi all’eterno schema tripartito di isso, essa e ‘o malamente. Isso, cioè lui, è l’eroe, essa (lei) è la sposa diletta, ‘o malamente (il cattivo spesso anche al femminile, ‘a malamente) è il guappo o la maliarda che sottrae alla felice conclusione l’amore tra i protagonisti. Nella storia del Napoli, specie quella recente, di sceneggiate ce ne sono state tantissime. Da Altafini a Cavani, oggi con Higuain. Sullo sfondo (quasi) sempre lei, ‘a malamente: la Juventus.

 

Josè Altafini è (ancora oggi!) Core ‘ngrato, cuore ingrato. Scovato dal Milan di Gipo Viani, ceduto al Napoli perché con il Paron Rocco non si trovava in nessun modo, Altafini divenne simbolo e paladino del Ciuccio fino a che non se lo pigliò la Juventus per farne un bomber a mezzo servizio con partenza dalla panchina con precise responsabilità didascaliche verso i più giovani della rosa. Nel 1975, al San Paolo, segna di testa il gol decisivo per il due a uno bianconero che darà alla Juve la certezza dell’ennesimo scudetto e al Napoli il dispiacere di perdere (definitivamente) quello che sarebbe potuto essere il primo.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=1_nUpxmaaXI[/youtube]

 

Ciro Ferrara è stato l’ultimo della covata azzurra dei favolosi anni ’80  a lasciare il nido. Era avviato verso il destino di bandiera del Napoli e il suo talento di leader difensivo lo rendeva affascinante ai tifosi del Napoli, un Bruscolotti coi piedi un po’ migliori che aveva imparato il carisma ai tempi dei due scudetti. Solo che di soldi, nelle casse azzurre, ce ne erano pochissimi, e nel 1994 arrivò la chiamata della Juventus e Ferrara prese il volo verso Torino. Fu un tradimento scottante, la bandiera che si fece mezzo gagliardetto degli avversari più odiati fino a diventarne capitano. Al San Paolo apparvero striscioni più che eloquenti.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=9JX3VZtVPfg[/youtube]

 

L’addio di Cavani è stato traumatico. Il puntero uruguagio, scoperto dal vulcanico Zamparini che se lo portò a Palermo e azzeccato a Napoli da Walter Mazzarri, era una scoperta fantastica che, speravano i tifosi, avrebbe riportato il Ciuccio in alto, in Italia e in Europa. Successe che si fece avanti il Psg che sul piatto mise tanti di quei soldi che a De Laurentiis girò la testa per un bel pezzo. Intanto succedeva che si andavano spandendo in città voci relative a una crisi coniugale, addirittura il bel centravanti – che dopo ogni gol ringraziava Gesù – si teneva ‘na cummara dalle parti di Caserta. Andarsene fu questione di poco, 64 milioncini.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=xvhqisl-MvI[/youtube]

 

Dino Zoff a Napoli era una certezza, quasi come lo scioglimento del sangue di San  Gennaro. Con lui in porta era tutt’apposto. Poi un bel giorno quel friulano mutanghero che a Napoli stava da dio se ne andò alla Juventus. Lo chiamavano Nembo Kid. Lo comprò Achille Lauro, ‘o comandante, figura mitologica. Arrivò Corrado Ferlaino e lo cedette alla Juve in cambio di bei soldoni dell’epoca. Era il 1969.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=AARWMxLKEzI[/youtube]

 

Il caso di Fabio Quagliarella fu veramente brutto, brutto, brutto. Attaccante di Castellammare di Stabia, il suo destino auspicato era quello di diventare, finalmente, il profeta (del gol) in patria. Doveva essere il terminale offensivo adatto a tradurre in rete le sgroppate di Hamsik e le invenzioni di Ezequiel Lavezzi. Solo che non andò così. Fu una stagione nemmeno troppo negativa sotto il profilo dei numeri, 34 presenze e undici gol nel 2009-10. Poi venne ceduto alla Juventus e non furono nemmeno in troppi quelli che lo rimpiansero. Voci cattive fuori e dentro lo spogliatoio (dicono che fosse inviso al club del mate sudamericano che ne avrebbe temuto le potenzialità di popolarità).

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=bMMoa_x53Jk[/youtube]

 

@barbadilloit

gv

gv su Barbadillo.it

Exit mobile version