Politica. Decostruire Renzi: se Formica e Cirino Pomicino lo diseredano

Il premier Renzi
Il premier Renzi

Decostruire Matteo Renzi è esercizio necessario, oggi, per cominciare a far rifiatare il dibattito politico italiano. Troppo pesante la cappa di consociativismo addolcito alla Jovanotti ma comunque fuori tempo massimo che pare circondare l’aura, oggi decadente, del presidente del consiglio. Il “mito” di Matteo s’è nutrito, in maniera sotterranea, quasi subdola, di mille e mille allusioni, strizzatine d’occhi, baci rubati alla storia recente e meno della politica italiana.

I paragoni, più o meno amici, più o meno critici, più o meno entusiasti, più o meno sarcastici, hanno visto protagonista – negli ultimi due, tre anni – il premier di Rignano. Lo hanno accostato a Berlusconi, a Craxi, a Fanfani, a Mussolini. Persino a Erdogan (secondo la Lega) e a Wile E. Coyote (Cuperlo dixit). Lui, col chiodo da Maria de Filippi, amava rappresentarsi come il democristiano moderno che, magari, ha imparato da Bettino l’arte del decisionismo. Forse sarà stato per colpa del vuoto cosmico e del diffuso e compartecipato bisogno di politica “vera” che Renzi ha lasciato che si facesse l’occhietto all’eredità (pretesa ma, come vedremo non meritata) di due delle scuole di pensiero politico che, nel bene e nel male, hanno fatto la storia d’Italia e cioè Dc e Partito socialista.

E sono stati proprio due campionissimi, due pesi massimi di quel periodo e di quelle scuole a stroncare Renzi. Paolo Cirino Pomicino, ad esempio, ci ha fatto un libro sulla Repubblica delle Giovani Marmotte. Certo, non ce l’aveva solo con lui. Anzi. Però il giudizio che ne trae è, forse, ancora peggiore in termini politici e, perché no, anche d’immaginario. Cirino Pomicino nel suo libro confessa che per un attimo ha creduto che fosse tornata la Dc, di forza e che lo Scudo Crociato – dopo vent’anni di carsismi centristi ed equilibrismi micropartitici – fosse entrato nel terzo millennio. Però ammette, pubblicamente, di aver toppato e di essersi sbagliato. E se ne scusa.

 

Rino Formica è stato, tra le mille altre e importanti cose, l’inventore di fortunatissime espressioni che, ancora oggi a distanza di decenni, rimbombano sui giornali quasi tutti i giorni. “Nani e ballerine”, per esempio. Ebbene, Formica ha avuto per Renzi parole di fuoco. Intervistato da Il Dubbio nel giugno scorso, l’ex esponente di punta del (fu) Psi ha detto testualmente: “Ho riflettuto a lungo su Renzi e sul fenomeno del renzismo. E’ strapaese contro città” e ancora: “ Renzi è un caso da manuale del provinciale che sogna la città, pensa alle luci della città, ai palazzi del potere, ai salotti con gli specchi, allo champagne, alle donne belle perché in provincia vanno coi tacchi bassi, in città invece tacco 12 e beh… Vede, allora si tratta naturalmente dell’ubriacatura del provinciale. Poi se sogna stando in provincia è innocuo ma se continua ad immaginare questa sua conquista quando va in città allora diventa pericoloso”. E, a giugno, ancora non aveva fatto i selfie con la maglia olimpica dell’Italia a Rio né si parlava ancora di repulisti all’interno della Rai, per dirne un’altra. A proposito, e giusto a render più sanguinosa la considerazione che del premier ha Formica, questi lanciò in occasione della stessa intervista un accorato appello a Massimo D’Alema, nemico numero uno del popolo (renziano): “Lui è un’aquila che si è ridotta a chiudersi in un pollaio dove si scontra con le galline. L’Italia rinascerà quando le aquile riprenderanno il volo. Le galline facciano le uova nel pollaio, che sono utili”.

Renzi non è la continuità con quelle che, comunque la si pensi, sono state le scuole di pensiero politico della prima Repubblica. Non lo è per la democristiana, non lo è per quella socialista, men che meno per la comunista. E, diciamolo sottovoce che sennò a qualcuno potrebbe bruciar la coda, non c’entra niente nemmeno con la destra (specialmente quella tutto folklore e niente arrosto, ma si dica sempre sottovoce) anche se in tanti, in troppi, si son fatti sedurre dal liderismo col lampredotto e dal miraggio di una poltroncina ritrovata.

@barbadilloit

gv

gv su Barbadillo.it

Exit mobile version