Libri. “Storia della X Flottiglia Mas” tra revisionismo e nobile tradizione militare

Manifesto Decima Mas
Manifesto Decima Mas

E fai visita ai Comandi della Marina Militare e scopri inalterate le memorie delle gesta di Alessandria e Gibilterra. Navighi nel web e trovi i siti che vendono felpe con lo stemma della Decima Flottiglia Mas. Entri in un negozio di targhe e in bella mostra ecco l’emblema del teschio con la rosa in bocca. È  così. Non si spegne il mito della Decima. Il mito di quei quindicimila che si riconoscevano come figli della tradizione militare; figli che, nel settembre 1943, avevano deciso di combattere con il nome della  legione di Giulio Cesare, la legione fedele, la Decima.

Per entrare nella storia di questa Divisione l’occasione è offerta da Massimiliano Capra Casadio con la sua “Storia della X Flottiglia Mas”, una ricostruzione organica di una realtà storica complessa, una complessità studiata “per provare a comprendere e capire il quadro culturale, le influenze politiche, i riferimenti valoriali, i miti e le narrazioni con i quali essa seppe edificare il suo immaginario…” Lo storico ascolta le voci, fa parlare gli sconfitti, dimostra che non è corretto tagliare in due la vicenda della Decima prima e dopo l’otto settembre. Gli uomini del 1941 o del 1944 sono gli stessi patrioti. Pensavano di avere una Patria, per questa continuare a combattere. Sapevano che la parola data era un impegno assoluto per un militare. Ripetevano che per loro c’era, prioritariamente, il regolamento: la divisa uguale per tutti e l’essere dotati di “cuori saldi, e audacia, e coraggio, e preparazione morale.”

Massimiliano Capra Casadio ricorda che quei militari erano una “vera e propria élite militare” nel quadro delle dimensioni delle Forze armate nel Secondo conflitto mondiale. Un gruppo scelto nel quale “si ritrovano, in effetti, i temi cari a una mitologia guerriera che aveva idealizzato la disciplina militare, il senso della gerarchia e dell’ordine, il legame cameratesco e fraterno tra gli uomini che si cementava nella guerra…” E tale sensibilità era generalmente apolitica, poteva coinvolgere chiunque; lo avevano appreso pure i combattenti che andarono dall’altra parte della barricata e guardavano alla ‘diversità’ della Decima. A Massimiliano Capra Casadio contestano una ricostruzione revisionista nel momento in cui racconta l’anima nobile della Decima. Il suo racconto tuttavia ha utilizzato tutte le fonti – anche quelle antifasciste – per dimostrare che vi era “per la Decima in generale e per Borghese in particolare, un’isola di umana civiltà di comprensione  nel grande mare tempestoso della guerra civile” come dichiarò Sandro Faini, del Comitato di Liberazione Nazionale. Ma questo ricercare, liberamente, le fonti storiche irrita parecchio. Purtroppo, nel momento in cui si studia la Repubblica Sociale Italiana, la storiografia non fa differenze tra le Brigate Nere, La Guardia Nazionale  Repubblicana, la Legione Ettore Muti e la Decima Flottiglia Mas.

Manifesto di Boccasile per la X Mas

Fare ricerca significa individuare tutte le differenze e le vicende possibili: i marò della Decima che difesero i porti italiani dalle bombe tedesche; che custodirono i confini nazionali dai partigiani slavi pronti alla pulizia etnica; che non compresero l’alleato che diventò il nemico, il nemico che divenne l’alleato, il re che fuggì e si nascose, la flotta nazionale consegnata passivamente nei porti stranieri, e il tricolore ammainato nel silenzio di una notte. E solo una bandiera non fu tirata giù. Rimase alta sull’edificio del Comando della Decima del Muggiano; e per questo vessillo in coraggiosa mostra  “si presentarono soprattutto militari  sbandati senza uniforme e senza armi che, richiamati dalla bandiera tricolore, chiedevano principalmente  asilo e assistenza (…) trovando nella Flottiglia  quella struttura nazionale  di cui il paese era privo dopo il vuoto istituzionale creato dall’8 settembre.” Allora,  per rileggere la volontà dei marò italiani, c’è un tempo storico da narrare al fine di non smarrirsi in un presente senza memorie.

Manifesto Decima

“Storia della X Flottiglia Mas” nasce tra il 2004 e il 2005 all’interno del Dipartimento di discipline storiche dell’Università di Bologna di Piazza San Giovanni in Monte. Massimiliano Capra Casadio ripropone il tutto agganciando la polemica sul revisionismo e sul libero utilizzo delle fonti storiche. Ed è ben mirato il suo ricorso alle fonti ufficiali della Marina Militare, quelle raccolte nei lavori di Giorgio Giorgerini, un nome notevole che rafforza questa ricostruzione della Decima. Inoltre, è interessante il decifrare la visione politico-militare di Borghese condizionata o dal ricercare un’autonomia dai tedeschi o dai confronti con la Marina del Regno del Sud o dai contatti con gli alleati per un dopoguerra anti-comunista. Lo stesso De Felice ne parla. Le contraddizioni del Comandante comunque troverebbero una spiegazione solo nel quadro degli anni atroci della guerra civile in cui gli spazi di manovra erano mancanti. Anni atroci narrati nel capitolo della repressione anti-partigiana e in queste pagine emergono le testimonianze per cui si  “manifestò la volontà dei marò di combattere al fronte e di evitare il più possibile la lotta contro altri italiani.”

Colpisce l’attenta ricostruzione degli ultimi giorni dell’aprile 1945. Si alternano le voci dei testimoni delle ore febbrili di una Milano cupa e feroce. Il comandante Borghese chiese ai suoi uomini di smobilitare. Agli alleati domandò l’onore delle armi. Egli chiedeva soprattutto di non spargere più sangue. Poi in caserma il tricolore calò sulle facce smarrite dei marò.  E dopo tre squilli di tromba tutto finì. Fuori c’erano i partigiani che attendevano quelli della Decima. In divisa Junio Valerio Borghese uscì dalla sede di piazzale Fiume; e queste furono le sue parole, “Rimasi solo, in divisa di comandante della Flottiglia. Uscii e su Milano scendeva una fresca sera. Sulla porta di guardia c’erano già due partigiani. Dissi loro: – Non sapete che si saluta il Comandante? I partigiani mi presentarono le armi.”

La copertina del libro “Storia della X Flottiglia Mas” di Massimiliano Capra Casadio

*”Storia della X Flottiglia Mas” di Massimiliano Capra Casadio (Mursia, 2016, pp. 466, 18 euro)

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Renato de Robertis

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