Fumetti. Trent’anni di Dylan Dog tra incubi, paure e mostri

dd01Correva l’anno 1986: jeans e camicia rossa, pistola in pugno e in primo piano quelle mani terrificanti che escono dal terreno. La copertina del primo albo di Dylan Dog è oramai leggenda, come leggendaria è stata la rivoluzione che ha saputo rappresentare nel mondo del fumetto italiano. Una scommessa editoriale per la storica Sergio Bonelli che, ad un pubblico abituato a Tex e Zagor, ha avuto l’ardire di presentare un personaggio nuovo, radicalmente diverso dai classici eroi bonelliani, che si muove in un mondo reale e si confronta con paure più concrete che immaginarie.

Dylan Dog, ex agente di Scotland Yard che di professione fa “l’indagatore dell’incubo”, vive in una Londra a tinte fosche dove il paranormale è presente e tangibile. I mostri della mente, i brutti sogni dei bambini, sono infatti vivi – fin troppo vivi – ed uccidono. Partorito dal genio di Tiziano Sclavi, Dylan Dog è addirittura affascinato dalla paura stessa, incredibilmente razionale nonostante si confronti, quotidianamente con il più assurdo irrazionale. Controbilanciato dall’humor inglese della sua inseparabile spalla, Groucho Marx, nel corso degli anni ha affrontato mostri ed incubi di ogni ordine e genere ma è tutto l’opposto del classico eroe letterario: è piuttosto un personaggio in continuo divenire (come il celebre modellino del galeone su cui lavora dal primo numero ma che quasi sicuramente non completerà mai), un essere umano con le sue paure ed i suoi limiti.

Fumetto popolare per diffusione ma d’autore per l’eccelsa qualità di disegni e sceneggiature, Dylan Dog è oggi indiscutibilmente un’icona dell’horror italiano con oltre 300 albi all’attivo, a cui devono aggiungersi numeri speciali, cartonati e ristampe.

Per celebrare degnamente i suoi 30 anni di presenza sulla scena fumettistica italiana, la casa editrice SBE ha organizzato per il 26 settembre un “horror day” alla Mondadori di piazza Duomo, a Milano, con diretta streaming dalle ore 11 sul canale YouTube ufficiale (l’evento è infatti chiuso al pubblico essendo rivolto solo ai giornalisti accreditati).

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Giuseppe Contarino

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