Politica. Roma termometro della salute della Patria (oltre la querelle Olimpiadi)

Colosseo, Roma

Della vicenda romana si sta sottovalutando il fatto che l’eventuale fallimento della classe dirigente pentastellata rappresenterebbe il completamento di un poco lusinghiero percorso nella Capitale, alla ricerca di una presunta novità e freschezza, avviato con Alemanno (centro-destra) prima e Marino (centro-sinistra) poi. In pratica, Raggi si spera non compresa, tre azioni politico-amministrative di estrazioni diverse ma con risultati percepiti negativamente da parte dell’opinione pubblica, sempre più stordita e confusa.
Se da un lato, poi, una sorta di dilettantismo politico e di sinistro pressapochismo erano e sono evidenti in parte dei cinque stelle – sintomatica la vicenda della ricerca degli assessori – è però altrettanto vero che tacciare come inadeguata una Amministrazione dopo soli quattro mesi di governo è francamente ingeneroso ed irrituale.
Resta il fatto che si sta parlando di Roma, della Capitale d’Italia i cui destini non possono che essere incrociati con quelli del Paese ed un nuovo acclarato fallimento politico nella città eterna risulterebbe una specie di colpo di grazia per la credibilità della classe politica a 360 gradi.
L’auspicio è che sia almeno la volta buona, con buona pace anche del manicheismo e del giacobinismo grillino, che la si finirà di utilizzare l’avviso di garanzia come arma di distruzione politica derubricandolo a ciò che è in realtà: strumento a tutela dell’indagato che non implica nessuna colpevolezza preventiva. E che si comprenderà finalmente che la scorta – o un servizio cosiddetto di tutela – viene assegnata dalle autorità competenti e non è un semplice sopruso di questo o quel politico.

Capitolo Olimpiadi
Sull’essere favorevoli o contrari alle Olimpiadi si adducono principalmente motivazioni di carattere economico. Nei dibattiti di queste ore dove risultano legittime tutte le posizioni manca, infatti, l’aspetto legato al futuro di un popolo, ai Giochi Olimpici visti come motivo di riscatto e come opportunità di crescita specie per i più giovani, riscoprendo anche l’orgoglio di essere in grado di ospitare un evento mondiale basato sullo sport e sulla fratellanza tra i popoli.
Roma 1960 fu l’Olimpiade del riscatto sociale e del boom nel dopoguerra, furono i giochi di Berruti e del maratoneta Abebe Bikila che correva a piedi nudi tra i Fori Imperiali. L’Italia diede la dimostrazione di quello che era: un grande Paese che viveva il suo sogno olimpico. Oggi non ci sono più nemmeno i sogni perché il timore, fondato o meno, che i Giochi risultino un pericoloso business per pochi a danno della collettività ha avuto la meglio.
Anche da questo punto di vista Roma è l’Italia e l’eventuale organizzazione dei Giochi Olimpici non può rimanere confinata ad una questione di questo o quel partito.
Certamente le Olimpiadi non rappresentano il primo tormento degli italiani, ma – anche in questo caso – manca, purtroppo, una visione lungimirante scevra da particolarismi.

ROMA 1960: SPECIALE OLIMPIADI
LA fiaccola olimpica passa per piazza Venezia
Archivio Storico ANSA

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Beppe Bruscolotti

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