La polemica. Aggrapparsi al Msi? Se il torcicollo è la scusa di chi non ha coraggio

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Nel mondo ex Alleanza Nazionale in questi giorni pare stiano cadendo tutti vittime della più antica e comune malattia della destra italiana: il torcicollo. Probabilmente causa di questa inopportuna epidemia è la mostra sui 70 anni del Msi organizzata dalla Fondazione Alleanza Nazionale, che in una pausa caffè tra una litigata interna e un’altra ha provato a fare qualcosa di culturale e ha combinato un danno.

E così in preda ai ricordi, dopo l’anacronistica proposta di Fratelli d’Italia di intitolare una via di Milano ad Almirante, sul Secolo d’Italia la nostalgia canaglia pare essere venuta niente di meno che a Marcello Veneziani, uno che per la destra italiana è sempre stato un faro. Con il solo problema che questo faro invece che illuminare davanti illumina dietro. Tornare al Msi è una cavolata. E’ un nostalgismo incomprensibile.

Da quello di destra che vuol fare il nostalgico duro e puro, mi aspetto un voler tornare al Duce sulla scia del “quando c’era lui…”. Da quello di destra che vuol tornare a occupare poltrone, mi aspetto un voler tornare a Fini sulla scia di un “se non altro lui…”. Ed entrambi i nostalgismi sarebbero perlomeno comprensibili, considerando che il Fascismo fu l’unico momento al quale la destra italiana può attaccarsi per rivendicare una rivoluzione, così come Alleanza Nazionale fu l’unico momento nel quale la destra italiana riuscì a sbizzarrirsi nella spartizione delle poltrone.

Attaccarsi al Msi invece ha il sapore del non avere il coraggio nè di dire che il Fascismo in fondo ideologicamente non faceva così schifo né di dire che Alleanza Nazionale in fondo egoisticamente faceva abbastanza comodo. Invocare l’Msi, insomma, è roba da democristiani. Ad ogni modo è ora che la destra italiana comprenda una cosa: rievocare il Fascismo non ha alcun senso perché è storia e non più politica. Rievocare il Msi non ha alcun senso perché è stato il traghetto utilizzato per abbandonare definitivamente il Fascismo e approdare ad Alleanza Nazionale.

Rievocare Alleanza Nazionale non ha senso perché è stato il coltello per fendere il colpo mortale alla rappresentanza politica di un certo pacchetto ideale-culturale-politico da sempre presente in Italia. E mentre tutto ciò si consumava, il mondo e l’Italia sono cambiati. E così le istanze della gente e i movimenti in grado di rappresentarli. Oggi la cosa più sensata da fare non è tornare indietro nel tempo ma andare avanti; non è partire dal trapassato per fare il passato ma partire dal presente per fare il futuro.

Il presente si chiama Lega Nord. Perchè – piaccia o no – è Salvini che è riuscito a dare una linfa vitale nuova a un’area identitaria in stato di coma e il sostegno alla sua idea di Lega non solo al nord è essenziale per consentire una prospettiva futura vincente (i sondaggi sul referendum che certificano un sostegno al No più forte al sud che al nord siano oggetto di riflessione per chi ancora considera il sud politicamente inutile alla causa) anche perchè oggi è solo la Lega a destra ad avere in tasca gli unici nomi di peso attualmente proponibili come leader anti-Renzi. Il presente è – molto più in piccolo – Fratelli d’Italia e qualche altro pezzettino sano qua e là tratto dalle ceneri del centrodestra e la miriadi di circoli associazioni gruppi che lavorano da Nord a Sud senza più avere una collocazione partitica definita.

Il futuro si chiama fronte identitario, ossia santa alleanza di tutto ciò, depurata da nostalgie così come da rendite di posizione e farcita di gente nuova, fresca, sveglia e che guarda avanti. In questo sì, caro Veneziani, sul modello dei 5 Stelle.

*Da Il Talebano

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Vincenzo Sofo*

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