Politica. Fulvio Abbate difende la protesta anti-Leopolda: “Si vuole declassare il conflitto”

Foto da Tgcom24
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A proposito della mia solidarietà ai manifestanti di Firenze che volevano raggiungere la “Leopolda” e sono stati respinti dalla polizia.
Il conflitto sociale viene culturalmente “declassato” nel momento in cui il valore fondante della riconoscibilità, appunto, sociale smette d’essere il Lavoro sostituito dalla dinamo del Successo, come mostra assai bene la narrazione neoliberista pienamente sposata dal renzismo, vedi l’esposizione mediatica di una Maria Elena Boschi (“…è giovane, è bella, è ministro, ce l’ha fatta”). Tutti coloro che appaiono esclusi da questo perimetro “magico” e smart, sono implicitamente classificati come paria, ergo “sfigati” e “rosiconi” (cit.), e viene loro attribuita come unica qualità l’invidia. Il conflitto sociale in questo stato di cose viene marchiato come “vecchio” e “irragionevole”, una professione di imperdonabile marginalità. Per ragioni di pura eleganza non si può che stare dalla parte degli esclusi, di coloro che vivono una progressiva precarizzazione. Il marchese Fulvio Abbate non può fare a meno di provare simpatia per coloro che non hanno ricevuto l’invito per la festa.

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Fulvio Abbate

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