Il caso. Corbyn spiazze le sinistre cosmopolite: “Stop alla libera circolazione dei lavoratori”

Jeremy Corbyn leader laburista inglese
Jeremy Corbyn leader laburista inglese

Elogi per la Brexit e soprattutto parole forti sull’immigrazione. Jeremy Corbyn, leader dei laburisti inglesi, ribalta i dogmi della sinistra internazionale e dichiara perentorio: “In linea di principio non siamo sposati con la libertà di immigrazione”. Dunque, studenti stranieri e rifugiati saranno benvenuti nell’UK, ma le frontiere saranno sotto stretto controllo britannico. Un elogio dei confini da sinistra? Sì, avete letto bene. Del resto aveva già detto, rompendo un tabù consolidato, che “avere preoccupazione per l’immigrazione non è razzista”, ritrovandosi nelle analisi che individuano negli ingressi senza regole di stranieri nei paesi europei uno dei motivi che ha portato capitalisti senza scrupoli a ridurre ai minimi termini salari e diritti. In più aggiunge alle sue posizioni una spruzzata di euroscetticismo: “Non sono anti-europeo, ma molte cose non mi piacciono nell’Ue”.

Posizioni nette? Certo, ma anche inattese. Un vero testacoda rispetto ai refrain tradizionali di una certa area progressista innamorata dei diritti individuali e sensibile alle sirene neoliberiste. Corbyn, invece, sceglie temi sovrapponibili a quelli di Nigel Farage dell’Ukip, a dimostrazione che la sinistra inglese cerca di riconquistare il vecchio elettorato operaio ormai sedotto in tutta Europa dai programmi dei partiti della destra populista.

Corbyn spiazza la sinistra mondialista

La chiusura delle frontiere, da sinistra, coglie di sorpresa anche La Repubblica. Il quotidiano di De Benedetti titola preoccupato: “Adesso pure il Labour insegue l’Ukip”. Illuminante la chiosa del corrispondente da Londra, Enrico Franceschini: “Come strategia, per quanto cinica, quella adottata da Corbym potrebbe anche funzionare. Ma ha un limite: così facendo rischia di perdere definitivamente i voti dei cosiddetti “liberal urbani”, i progressisti cosmopolitici di Londra e delle altre maggiori città britanniche, che volevano restare in Europa”. Insomma Corbyn prende le distanze dalla gauche caviar, dalla parte del Tamigi caviar left. Ci vorrebbe adesso qualcuno che spiegasse anche a Repubblica che, in soldoni, il leader del Labour alle utopie delle élite senza patria dei quartieri ricchi – i “liberal urbani” lettori tipo del quotidiano di Calabresi – preferisce l’interpretazione dei bisogni di sicurezza e lavoro avanzati da operai e ceto medio, classi impoverite dalla tanto esaltata globalizzazione…

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