Politica. “Verso il polo sovranista”: le tesi congressuali di Azione Nazionale e La Destra

Pubblichiamo il riassunto del documento congressuale che verrà presentato il 17,18 e 19 febbraio a Roma, durante l’assemblea fondativa che vedrà la fusione dei movimenti di Storace e Alemanno, La destra e Azione Nazionale.

1. Il punto di partenza è la “Casa comune della destra”, ovvero la volontà di riunire i pezzi della diaspora seguita allo scioglimento di Alleanza nazionale. La Destra fu la prima scheggia a staccarsi nel 2007, mentre Azione Nazionale è nata nel 2015 riunendo molti rivoli della destra dispersa. Ma l’obbiettivo va ormai molto oltre questo punto di partenza, perché l’accelerazione politica che ci è stata in ogni parte del mondo rende credibile la costruzione di un Polo sovranista che raccolga non solo gli eredi della destra politica, ma tutti coloro, anche provenienti da sinistra, che credono nell’importanza della sovranità popolare e nazionale. Il Polo sovranista non rinuncia all’unità del centrodestra, ma propone di recuperarla con Primarie estese a tutte le forze che si sono schierate per il No al referendum sulla riforma Renzi. Dipenderà dallo svolgimento o meno di queste Primarie, se in futuro si potrà ancora parlare di un centrodestra unito, oppure si dovrà andare verso una nuova forma di aggregazione politico-elettorale.

2. Che cos’è il sovranismo? È la convinzione che la sovranità nazionale e popolare sia lo strumento fondamentale per governare la globalizzazione difendendo gli interessi popolari. È il rifiuto di sottostare a quella interdipendenza europea e internazionale che fino ad adesso è stata presentata come strumento di controllo dei conflitti e dei processi globali. Il sovranismo punta a trasformare l’Europa da un’Unione fortemente vincolata ad una cooperazione paritaria tra stati sovrani, “l’Europa dei popoli e delle nazioni” preconizzata da Charles De Gaulle. Si vuole riportare sullo Stato-Nazione tutti gli strumenti di autogoverno economico, sociale e commerciale: la sovranità monetaria (che porta una critica radicale al progetto dell’Euro), le barriere doganali (da cui il rifiuto del multilateralismo commerciale del WTO), i confini (con cui si intende porre un freno drastico ai flussi migratori), i meccanismi di sviluppo e di protezione sociale che portano alla piena occupazione.

3. Il progetto sovranista italiano può essere collocato in uno scenario internazionale totalmente mutato grazie all’elezione di Donald Trump a Presidente Usa: questo passaggio porta dall’unilateralismo americano e dal cosmopolitismo Onu alla nuova epoca di multipolarismo, fondata su potenze regionali in equilibrio tra loro. L’Italia può trovare il suo ruolo nel Mediterraneo anche prescindendo dalla sintonia politica con una Ue sempre più sbilanciata al Nord, dialogando direttamente con gli USA e con la Federazione Russa, a cui bisogna immediatamente cancellare le sanzioni commerciali.

4. Sul piano interno la sovranità popolare porta verso un modello di Repubblica presidenziale con il Capo dello Stato eletto dal popolo che assume su di sé il compito di formare il Governo, di presiedere effettivamente il Csm e di risolvere in prima istanza tutti i conflitti istituzionali a cominciare da quelli tra Stato e Regioni. Questo assetto istituzionale risolve il conflitto tra centralismo e federalismo, perché consente un massimo di autonomia alle Regioni e ai Comuni a fronte di un Presidente fortemente legittimato dal popolo per tutelare l’interesse nazionale al di sopra di ogni conflitto.

5. Sul piano economico il sovranismo recupera l’idea del “New Deal” roosveltiano, inteso come un grande piano di investimenti pubblici sul territorio per uscire dalla crisi economica puntando sulla piena occupazione. È un’impostazione keynesiana contraria a quelle neo-liberiste e monetariste dominanti, che hanno creato recessione e deflazione in tutta Europa, salvo la Germania. Il “Piano di crescita nazionale” ha una applicazione centrale in un grande progetto di manutenzione del territorio in grado di prevenire in maniera sistematica il rischio sismico e idro-geologico su tutto il territorio nazionale con un investimento decennale di 80 miliardi di euro. Un simile progetto entra in diretto contrasto con il Fiscal Compact, con il pareggio di bilancio e con tutti gli altri vincoli imposti dall’Euro e dall’Unione Europea. Sul versante delle politiche del lavoro si propone una profonda revisione del Jobs Act e della Legge Fornero, rilanciando l’dea della partecipazione dei lavoratori alla vita dell’imprese.

6. Altra declinazione economica è quella di un “protezionismo intelligente” che combatta la concorrenza sleale causata dal dumping sociale e ambientale dei paesi emergenti, con dazi finalizzati a proteggere la produzione nazionale. Con la stessa logica si propone di utilizzare i fondi istituzionale nazionali per contrastare lo shopping di imprese e marchi Italiani che viene fatto dalle multinazionali e dalla finanza internazionale.

7. Le crisi bancarie che si sono susseguite in questi ultimi mesi vengono affrontate con una forte critica a una Banca d’Italia, incapace di garantire la sorveglianza nonostante tutti i vincoli definiti dagli accordi di Basilea e di essere prestatore di ultima istanza. Viene proposta la separazione tra i modelli di banca commerciale e gli istituti di medio
credito, la cancellazione del bail-in e l’acquisizione del controllo pubblico sulle banche soggette a piani di salvataggio.

8. Lo Stato sociale viene difeso secondo quanto previsto dalla Costituzione, utilizzando il principio di sussidiarietà per creare un “welfare generativo” non clientelare e assistenziale, finalizzato cioè alla riproduzione del capitale umano attraverso l’inclusione sociale. Nell’erogazione di servizi sociali non di prima necessità, si propone una preferenza nazionale, costruita su punteggio aggiuntivo per i cittadini italiani rispetto agli immigrati. Il controllo dei flussi migratori sarà realizzato secondo il principio “aiutiamoli a casa loro” con un progetto di cooperazione nel Mediterraneo che riduca le cause dell’immigrazione nei paesi di origine, operando in quel contesto la individuazione dei rifugiati che hanno realmente diritto all’asilo.

9. La crisi del ceto medio viene ritenuta estremamente pericolosa perché tende a spaccare a metà la società italiana, bloccando la crescita sociale dei ceti popolari. Per questo si propone di combattere le deregulation che, dalle “lenzuolate” di Bersani in poi, hanno colpito professionisti, piccoli e medi commercianti, artigiani. Si propone di riformare senza distruggere tutte i corpi intermedi della società civile, come le Camere di Commercio e gli Ordini professionali. Infine si difende la PMI dall’aggressione delle tasse, dalla burocrazia, della riscossione pubblica e dei mancati pagamenti del settore pubblico.

10. Una grande attenzione viene rivolta al Mezzogiorno delineando un “Progetto sovranista per il Sud” in cui viene legato il valore della sovranità nazionale con quello dell’autonomia federalista, con la costituzione di una macro-regione meridionale, la nascita di una Banca per il Mezzogiorno, l’introduzione di una fiscalità di vantaggio e la difesa doganale dell’agricoltura meridionale rispetto ai prodotti provenienti dal Nord Africa.

11. Nel campo della Sicurezza e della Legalità viene proposto di estendere le competenze della Direzione nazionale antimafia alle grandi associazioni a delinquere finalizzate alla corruzione, nonché azioni dissimulate per mettere alla prova i funzionari pubblici; di rifinanziare il comparto sicurezza e di approvare nuove leggi contro il degrado urbano (divieto di prostituzione in strada, di accampamento abusivo e di abusivismo commerciale). Infine si propone di dare più garanzie ai cittadini che si difendono, soprattutto in casa propria, da aggressioni e violenze.

12. Nel campo della Giustizia si propone di mettere un freno all’eccessiva politicizzazione di alcuni settori della Magistratura, con la separazione delle carriere e una riforma dei meccanismi di autogoverno. Sia in campo civile che in campo penale si propone di investire nella velocità ed efficienza delle procedure e dello svolgimento dei processi.

13. Nella riforma della Pubblica Amministrazione si propone il ripristino della disciplina pubblicista nel rapporto di pubblico impiego, l’adeguamento del contingente del personale pubblico alle proporzioni esistenti nei principali paesi europei, investimenti in strutture e mezzi e un rigoroso piano di semplificazione legislativa. Si propone inoltre di introdurre il Difensore civile nazionale per tutelare i diritti dei cittadini e una forte iniezione di etica e merito per combattere la corruzione.

14. Una grande attenzione viene data al popolo del “Family day”, che viene riconosciuto come il principale titolare nelle grandi battaglie per i valori non negoziabili. Dopo  l’approvazione della legge Cirinnà, si deve combattere la piena equiparazione delle unioni civili e delle convivenze di fatto alla famiglia fondata sul matrimonio. Viene rilanciato il principio del quoziente familiare e la libertà di scelta in campo educativo della famiglia. Critica radicale alla riforma della buona scuola che ha disarticolato il rapporta tra gli insegnanti e gli istituti scolastici, indebolendo il carattere formativo e umanistico della scuola italiana.

15. Un grande impegno per rilanciare da destra l’Ambientalismo, per affrontare non solo i problemi legati all’inquinamento ma anche quelli della tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico. Una parte importante del sovranismo nazionale è data un “patriottismo ambientale” che difende territorio, ambiente e paesaggio. 16. Infine va notata l’esistenza di un “sovranismo costituzionale” che valorizza i principi fondamentali della Costituzione Italiana come argine all’ideologia neo-liberista dominante e come centralità del valore del Lavoro. In tutto il documento ci sono ben 25 richiami alla Carta Costiuzionale.

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