Premier. Banquo Ranieri fa paura, perché nessuno andrà a Leicester

Vardy e il tecnico Ranieri del Leicester primo in serie A inglese
Vardy e il tecnico Ranieri del Leicester “scudettato”. Prima che tutto precipitasse.

Dichiarare la propria viltà può essere un atto di coraggio.

(Edgar Allan Poe)

L’eredità di Claudio Ranieri è troppo pesante, altro che storie. Altro che romanticherie stile Prandelli che (ipse dixit) ha rinunciato a salire in sella alle Foxes perché sconvolto dal trattamento riservato al testaccino più amato delle Midlands. Si continuerà con Shakespeare a Leicester. Nel senso di Craig e (soprattutto) nel senso della tragedia, dove nessuno vuole fare il MacBeth sulla panchina dove aleggia lo spettro ingombrantissimo di Banquo Ranieri.

Ma iniziamo dal principio. Anche perché, nel frattempo, Jamie “Bruto” Vardy ha dichiarato di essere stato minacciato di morte dai furibondi tifosi che lo accusavano di aver inferto la prima pugnalata a Claudio Cesare Ranieri.

Da quando sor Claudio non allena più il Leicester, questi non si fermano più. Risalita la china in campionato, stracciato il Siviglia in Champions League. Tre indizi fanno una prova e a pensar male si fa peccato ma spesso la si azzecca. Senza il condottiero, gli ammutinati del King Power Stadium stanno facendo faville. Dimostrano così, al di là della questione Ranieri, che lo spogliatoio è unito, compatto e impenetrabile. Non sarà facile per nessuno entrarci, meno che mai dettare condizioni.

All’offerta di immolarsi, perché questo è oggi andarsene in quella casa stregata che sta a Leicester dopo Ranieri, Cesare Prandelli ha risposto “no, grazie”. Ma dato che la narrazione è (molto) più importante del campo se n’è uscito con la storia dell’ingratitudine a Ranieri. “Non si va in un posto così, non si va. Punto”. Manco gli avessero chiesto di partire per il fronte. Però, professionalmente e personalmente, ha ragione da vendere.

Un altro che viene sempre accostato a ogni panchina vuota sull’orbe terracqueo è Roberto Mancini. Che però se ne è uscito con più eleganza di Prandelli. Ha smentito i contatti e ha detto che lui, che a Leicester ci ha pure giocato, ne è un acceso tifoso. E basta. No, grazie. Sulla graticola mandateci un altro. Forse sarà più facile ritrovarsi a Roma, sponda giallorossa, se l’estate innescherà il balletto dei tecnici. Boh, chi vivrà vedrà.

E mentre gli allenatori di mezzo mondo temono che il telefono squilli manco avessero visto il video proibito della graziosa Samara di The RingVardy ha confessato che subisce pressanti minacce, anche di morte, dai “suoi” tifosi. Lui non ha tradito, urla. La gente però non gli crede. E avrebbe preferito retrocedere con dignità che assistere al macabro spettacolo della testa di Ranieri infilata su una picca dai suoi stessi uomini.

Il quadro è così completo. Chi siederà al posto di sor Claudio accoglie un’eredità pesante, un fardello simile alla pietra di Sisifo. Non potrà mai far meglio di Ranieri, anche se dovesse vincere la Champions. Non potrà mai ottenere subito il favore della squadra se non lascerà comandare i masti dello spogliatoio. Non sarà mai il beniamino del pubblico. E dato che il pallone è rotondo e non c’è nessuna certezza nel calcio, non sai manco come potrebbe andare a finire col rischio di giocarti definitivamente la carriera.

Avete presente, alla Juve, Allegri dopo Conte? Vince, arriva in finale di Champions, oggi ci riprova a prendersi la rivincita e nonostante tutto è percepito sempre un gradino sotto al Cannibale. Ecco, pensatelo a Leicester questo, moltiplicatelo per cento tenendo pure presente di dover battere le due Manchester, Chelsea, quel che resta dell’Arsenal e delle altre grandissime.

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Giovanni Vasso

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