Aeronautica. Barcellona 80 anni dopo: l’Aviazione Legionaria fra memoria e polemiche

FIAT_C.R.32_ChucarachaMarzo 1938. “Iniziare da stanotte azione violenta su Barcellona con martellamento diluito nel tempo” recita il telegramma inviato da Roma al Comando Aviazione Legionaria delle Baleari col quale, in modo chiaro ed inequivocabile, Mussolini ordina di colpire il capoluogo catalano allora in mano ai repubblicani. A pilotare gli aerei da bombardamento aviatori, italiani, inquadrati in un corpo di spedizione operativo già dalle prime settimane della Guerra civile spagnola (luglio 1936-aprile 1939).

Legionari alati I primi equipaggi a partire per la Spagna non sono in divisa: infatti, l’aeronautica non è ufficialmente nel conflitto civile, inviando invece al fianco del Generalissimo equipaggi (volontari del 7°, 10°, 13° Stormo) con nome spagnolo su aerei privi delle sue livree. A guidare gli uomini due aviatori d’eccezione: il tenente colonnello Ruggero Bonomi ed Ettore Muti, quest’ultimo già ardito nella Grande Guerra, legionario fiumano, gerarca fascista, pilota spericolato in Etiopia e, sulla pista di Cagliari-Elmas, guida della delegazione di militari “in borghese” che saranno inquadrati nell’Aviacion del Tercio, poi Aviazione Legionaria (dicembre ’36).

Uno squadrone Nel corso dell’operazione, sotto le insegne dell’AL servono circa 700 apparecchi fra caccia, bombardieri e trasporto truppe. La Spagna è un banco di prova importante per l’Arma Azzurra che, nata appena 13 anni prima, mostra combattività e coraggio. Non solo: contro i ratas (Polikarpov di fabbricazione sovietica più veloci e meglio armati), gli aviatori italiani si mostrano temibili, conquistando in 14 il titolo di “asso” (dai 5 abbattimenti in su).

Barcellona Sei anni fa Madrid ha chiesto conto a Roma dell’ incursione del marzo 1937 sulla città catalana che portò l’Aviazione Legionaria a colpire, con successo, i centri nevralgici dei repubblicani. L’accusa dei magistrati spagnoli è quella di crimini di guerra: un’ associazione, italiana, ha sollevato il caso; è stato trovato anche qualcuno a cui addossare la croce, un veterano ultracentenario recentemente scomparso.

Barcellona, 1937. Il bombardamento.

 

Un bombardamento sanguinario, dunque? No, semmai un’operazione militare svolta in un ambito militare e secondo una strategia militare in fondo non diversa da quella che, alcuni anni dopo, avrebbe polverizzato persone, edifici e opere d’arte a Palermo, Napoli, Roma, Firenze, Milano e altre città grandi e piccole dell’Italia e per la quale gli stessi italiani non si sono mai sentiti (volenti o nolenti) di incolpare la RAF e la United States Army Air Force.

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