Il caso. Prove di integrazione: a Terni patto nazionale per un Islam italiano

Prove generale di integrazione e di superamento delle divergenze, culturali e religiose, in corso a Terni grazie ad un incontro che, nella giornata di venerdì, vedrà il Prefetto Angela Pagliuca ed esponenti del mondo politico e culturale regionale confrontarsi con le comunità musulmane del territorio.

Il nome dato all’evento racchiude, in sé, il significato del meeting ternano: Un patto nazionale per un Islam Italiano. Secondo gli organizzatori, infatti, “il Ministero dell’Interno, Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, ha recentemente approvato il Progetto Formare per Integrare, presentato dalla Regione Umbria in qualità di Capofila insieme ad un ampio Partnerariato. Il Progetto, finalizzato a contribuire ad una sempre maggiore qualificazione dei servizi pubblici a supporto di cittadini di Paesi Terzi, prevede la realizzazione di seminari specificatamente destinati a dirigenti, funzionari ed operatori della Pubblica Amministrazione, volti ad approfondire e migliorare la conoscenza dell’Islam italiano. Entro questo quadro, i Partner di progetto hanno organizzato un seminario sui contenuti del Patto di adesione ai valori costituzionali recentemente sottoscritto dal Ministero dell’Interno e da undici Associazioni islamiche nella prospettiva del riavvio del percorso verso una Intesa tra lo Stato italiano e la Comunità islamica“.

Ma a meno di una settimana dai terribili fatti di sangue di Manchester e con un Isis che indietreggia a terra ma non è certo sconfitto sul piano della propaganda e delle azioni di attentatori, il tema estremismo è ripreso dagli organizzatori per cercare di porre rimedio a quella diffidenza che, certamente, è conseguenza del terrorismo internazionale.

“[…]vengono ribaditi i principi costituzionali di libertà di culto e di uguaglianza dei cittadini di tutte le confessioni religiose di fronte alla legge dello Stato e sono al contempo esposti i punti su cui “insistere” per garantire una pluralità religiosa efficace e duratura e contrastare ogni forma di estremismo“.

Diffidenza che, fortunatamente, nel nostro Paese non si traduce in atti di odio frequente e all’ordine del giorno; al contrario, all’ordine del giorno del summit di Palazzo Gazzoli dovrebbero forse esserci due considerazioni: un pieno e reciproco rispetto delle regole, delle usanze e delle leggi italiane che parta dal focolare domestico, per estendersi poi a scuole e luoghi di lavoro. Siamo italiani, prima di tutto, prima ancora di essere di una fede o di un altra. Secondo, ammettere che il primo, grande errore in termini di comprensione lo hanno commesso (e continuano a commetterlo tuttora) gli occidentali quando, all’alba delle Primavere arabe, non hanno saputo calcolare i rischi di un intervento che ha finito per indebolire paesi in cui il socialismo arabo e l’esperienza baathista avevano permesso una pacifica convivenza fra confessioni diverse. Ecco un esempio di convivenza che potrebbe essere proposto dai relatori: quale equilibrio migliore se non quello raggiunto con un presidente della minoranza alawita che guida un paese a maggioranza sunnita e con una rilevante comunità cristiana?

Un bell’esempio, certo ma che rischia di essere cancellato per via della scarsa lungimiranza di Washington e di Bruxelles.

 

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@marco_petrelli

 

 

 

 

DATI EVENTO: Un patto nazionale per un Islam Italiano – Terni, Palazzo Gazzoli, 26 maggio 2017 dalle 10.00 alle 13.00

Interverranno:

Angela Pagliuca di Prefetto di Terni

Silvia Angeletti (Università di Perugia)
Carla Barbarella (Aliseicoop)
Massimo Abdallah Cozzolino (Segretario Confederazione Islamica Italiana – ANCI Umbria)
Maymouna Abdel Qader (Giovani Musulmani d’Italia)

Modera Eleonora Bigi – Regione Umbria

Marco Petrelli

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