Riviste. Il “cold case” dei Fratelli Rosselli su Storia in Rete di giugno

Chi ha voluto la morte dei fratelli Rosselli? Esattamente 80 anni fa i sicari francesi della “Cagoule” assassinavano Carlo e Nello Rosselli. Carlo era un antifascista militante, appena reduce dalla guerra di Spagna. Nello un mite studioso, protetto in Italia da Gioacchino Volpe, che si era appena recato in Francia a trovare il fratello. Fin da subito tutto l’antifascismo accusò il regime e Mussolini come mandanti. Ma dietro quel brutale (e insensato, per molti versi) omicidio c’era davvero il Fascismo? Una domanda che pochissimi si sono posti, e fra questi soprattutto Franco Bandini, che nel 1990 pubblicò il suo “Cono d’ombra”, una sconvolgente inchiesta che rovesciava tutte le convinzioni sino ad allora date per buone su quel delitto. “Storia in Rete” di giugno parte da quel “libro maledetto” di Bandini – che gli costò l’ostracismo dalle testate nazionali con cui collaborava da anni – per mettere a confronto le due tesi. Che interesse aveva il regime di sopprimere due oppositori, uno dei quali “neutralizzato” nel ruolo di inoffensivo studioso e l’altro circondato da infiltrati e spie che ne riferivano in anticipo ogni mossa? E soprattutto come si può pensare che tutti i servizi segreti europei e americani fossero profondamente infiltrati di agenti sovietici tranne quelli italiani? Quella di Bandini, insomma, si rivela una tesi ficcante, che non trascura gli elementi “dissonanti” rispetto al teorema classico del “mandante fascista” (che si regge, per l’appunto, solo ignorando le molte note stonate che anche a prima vista emergono subito), ma che è stata troppo rapidamente silenziata senza un dibattito e senza l’approfondimento (anche revisionista) che avrebbe meritato.

Storia in Rete di giugno continua poi a ospitare il bollente dibattito sul Risorgimento: mentre Pino Aprile contrattacca sul generale Cialdini, Giuseppe Parlato, Michele Rallo e Gilberto Olita offrono spunti per la riflessione su come la coscienza nazionale dovrebbe rapportarsi al Risorgimento e al revisionismo del Risorgimento. L’intervento di Parlato, in particolare, si concentra sul rapporto fra le “destre” e la coscienza nazionale, non sempre lineare e dove spesso la parte polemica prevale su quella costruttiva.

E ancora, la serie TV “1993” fa da spunto al lungo estratto dall’ormai introvabile libro di Fabio Andriola e Massimo Arcidiacono “L’anno dei complotti”, con una inquietante analisi della stagione delle cosiddette “bombe di mafia”, quando l’Italia – traumatizzata dal ritorno dello stragismo, scivolò quasi impercettibilmente dalla prima alla seconda repubblica. Un passaggio che allora moltissimi commentatori (da politici di primo piano ad alti esponenti delle forze dell’ordine fino ai giornalisti) vedevano chiaramente correlato a interventi occulti da parte di potenze straniere e della finanza mondiale. Una spiegazione che invece oggi viene liquidata sbrigativamente come “complottismo”…

Due anticipazioni impreziosiscono questo numero del mensile diretto da Fabio Andriola: una è tratta dalle memorie di Mario Appelius, recentemente ripubblicate in integrale da Oaks editrice, e l’altra è rappresentata da alcune tavole del romanzo a fumetti che l’editore Ferrogallico ha dedicato all’assedio dell’Alcazar di Toledo. Appelius, spedito “per punizione” dal padre a fare il mozzo su una nave a 14 anni, racconta il mondo degli emigranti italiani. Un mondo fatto di dignità, compostezza, legalità e nostalgia della Patria abbandonata, alla quale molti faranno ritorno per combattere nel 1915. Una descrizione che colpisce e affonda senza possibilità di replica ogni tentativo propagandistico di paragonare gli emigranti italiani di un secolo fa con quelli che oggi premono sulle nostre frontiere dalla sponda sud del Mediterraneo.

Le tavole del romanzo a fumetti di Carlos e Luis Crespo, introdotte da Emanuele Merlino, raccontano un episodio epico della guerra civile spagnola, l’assedio del castello di Toledo, l’Alcazar. “Alcazar – settanta giorni all’inferno” restituisce a quei torridi mesi dell’estate di 80 anni fa la dimensione che meritano, proprio in questo scorcio di XXI secolo in cui tutto si sta facendo in Spagna per cancellarne la memoria, riaprendo le ferite della guerra civile.

Infine, “Storia in Rete” di giugno offre ai suoi lettori un ritratto di Pierre Gaxotte, uno storico controcorrente e coraggioso, che nella sua lunghissima vita non ebbe mai timore di criticare anche con ferocia il mito fondante della “sua” Francia: la Rivoluzione.

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Alberto Lancia

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