Cultura. Perché leggere “Contro l’eroticamente corretto” di Adriano Scianca

Schermata 2017-07-15 alle 17.13.44Pensare al politicamente corretto solo come ad una moda, un atteggiamento, ad una alterazione del momento che, magari, sdegnosamente ci fa rifiutare un termine antico per accettarne un altro più edulcorato, sarebbe un errore grave. Per chi non lo avesse inteso il politically correct è l’essenza stessa del nostro tempo e anche la direzione di senso. Rappresenta una tenaglia fortissima che ci indica punto di partenza e prospettiva, quadro generale d’insieme e future e progressive stratificazioni che modelleranno la società. Ecco perché quello che potrebbe sembrare solo un gusto corrente riesce a tenere fortemente sotto scacco la moderna interpretazione di temi cosiddetti fondanti come l’identità, il radicamento alla propria terra e alle proprie tradizioni, il legame al sacro; ed è invece in grado di farci fagocitare con piena coscienza un destino che solo qualche decennio fa avremmo ritenuto essere detestabile.

Una colonizzazione dell’immaginario che agisce sotto ogni forma e con violenza inaudita e non può che sprigionarsi in ogni campo. Lo spiega bene Adriano Scianca nel suo ultimo libro, Contro l’eroticamente corretto (Bietti edizioni, p. 270, euro 18) dove coglie taluni di questi pericoli unicamente analizzando la prospettiva delle relazioni personali tra uomini e donne, tra padri e madri, tra persone dello stesso sesso e temi che attengono all’omosessualità, alle teorie gender, agli affidamenti e alle adozioni da parte di coppie gay e così via, perché: “l’umanità occidentale che, sul finire del suo viaggio al termine della notte, si proclama senza radici è la stessa che si vuole anche neutrale rispetto al genere”.

Se restiamo infatti concentrati solo su questo tema, senza perderci in mille altri rivoli, sono già tanti e tali gli spunti in grado di farci comprendere la deriva occidentale. Pur mettendo da parte le essenziali diatribe economiche e con esse quelle correlate ai diritti del lavoro, e soffermandoci solo su temi che ruotano intorno a questa specifica materia, scopriamo una tale quantità di riverberi in ogni campo del sociale e delle nostre vite private e professionali, da rimanere allibiti. Scopriamo che dall’ambito erotico-sentimental-sessuale si snodano talmente tante problematiche del nostro tempo da poter fungere da paradigmi per l’intero quadro delle mutazioni politiche, culturali, economiche e sociali.

Il volume di Scianca è una miniera di informazioni corredate da preziose analisi su questi processi in atto in tutto l’occidente e che, ripetiamo, non sono argomenti da relegare a latere di tutta l’evoluzione (o involuzione?) della società post-moderna. E così in nome della ideologia del politicamente corretto (perché di questo si tratta!) non possiamo non ammettere con Scianca che è in atto una sorta di colpevolizzazione del maschio senza un’autentica valorizzazione della donna e che quando, per esempio, si parla di ‘gender’ i suoi sostenitori non si presentano solo come difensori di una teoria ma la interpretano “come l’ovvia e naturale autodispiegantesi attuazione del Bene”. Proporla in questo modo, vuol dire infatti evitare in maniera aprioristica ogni tipo di confutazione. E’ così, e basta! …tentano di dirci.

Questa schema culturale viene applicato per ‘il gender’ e per ogni altra mutazione dei caratteri formativi della nostra tradizione così come per l’invasivo sviluppo del capitalismo finanziario perché tutto è interconnesso e procede seguendo la ferrea e consueta logica dell’ideologia.

Nei primi righi, Scianca ci dà contezza del fatto che, per esempio, in Svezia, ai pronomi esistenti han (lui) e hon (lei) l’Enciclopedia Nazionale abbia aggiunto hen, che è formula neutra. Sempre in quelle terre è stata presentata una proposta di legge per sostituire alla dizione ‘donna incinta’ quella di ‘persona incinta’. E poi la Federazione di Bowling avrebbe proposto un campionato unico per maschi e femmine, ed ancora una marca di abbigliamento per bambini avrebbe eliminato la dicitura ‘ragazzo’ e ‘ragazza’ dai suoi capi, e così via all’infinito. Beninteso, c’è anche chi sfiora il ridicolo e ritiene che urinare in posizione eretta sarebbe “simbolo di un’inaccettabile differenza” e dunque vorrebbe vietare ai maschi di rimanere in piedi davanti al water. Ma qui – per l’Italia- siamo troppo ‘oltre’, e ne riparleremo tra qualche anno.

Per trovare un senso e una direzione l’uomo dovrebbe “voltare le spalle all’ipertrofia delle ‘buone maniere’ di una civilizzazione ipocrita”  e – come scrive Claudio Risè – riannodare i fili tra il maschio e il Selvatico. Mettere da parte la condizione attuale attraverso una difficile se non impossibile operazione catartica tale da confutare sin dalle radici quella che Scianca chiama Grande Madre postmoderna, Big Mother.

Il saggio di Adriano Scianca per Bietti

Operazione che però diventa giorno dopo giorno sempre più complessa proprio per le interconnessioni di cui abbiamo detto. Quanto accade in Svezia, è ciò che sta accadendo con tempi diversi in ogni parte del globo. E questo nuovo modello di società tiene tutto insieme proprio perché fondato su una ideologia: pensiero unico, capitalismo finanziario, delocalizzazioni industriali, linguaggio orwelliano, smantellamento del welfare e creazione di nuovi diritti che non raramente attengono solo alla sfera sessuale fanno parte di un preteso modello ‘aperto’ e senza limiti di sorta. Eppure già gli antichi avevano costretto la libertà di tutti, anche quella degli omosessuali, in ambiti prestabiliti. Pur accettandola come elemento delle proprie società, mai ne tolleravano fughe in avanti che non postulassero dei limiti. Inequivocabile è uno scritto di Marziale su uno sposalizio omosessuale, riportato nel libro, e che riassume la loro e la nostra direzione di senso: “Il barbuto Callistrato ha sposato l’austero Afro secondo la legge con cui una vergine suole maritarsi. Rifulsero le torce, un velo color fiamma coprì il volto, nè, Imeneo, mancarono le tue parole nuziali. Fu anche assegnata la dote. Roma, questo non ti sembra ancora abbastanza? Forse aspetti che partorisca anche?”.

*Contro l’eroticamente corretto di Adriano Scianca (Bietti edizioni, p. 270, euro 18)

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Luigi Iannone

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