La storia. “Coerente fino in fondo”. L’ausiliaria della Rsi che va a morire a casa del Duce

L'ausiliaria Fiorenza ad una manifestazione commemorativa
L’ausiliaria Fiorenza, la seconda a sinistra, ad una manifestazione commemorativa patriottica

Fiorenza Ferrini ha 94 anni, la mente lucida di chi sa che gli uomini vanno giudicati per ciò che portano nel cuore e non per le mostrine che indossano sulla divisa e una promessa da mantenere. Il Corriere del Veneto racconta la sua storia, incredibile soprattutto di questi tempi fatti di chiacchiere, vanagloria, folklore stolido e conformismo coprente.

Fiorenza Ferrini è stata ausiliaria nella Rsi, ai tempi della guerra civille che fece da drammatico epilogo alla Seconda Guerra Mondiale. Ha vissuto sulla sua pelle il dramma dei “fratelli contro”, dei neri contro i rossi, dei vinti schiacciati e umiliati dai vincitori. La guerra finì e lei fuggì, si ammalò, guarì, tornò, lavorò sodo e non ha mai dimenticato gli ideali di una vita. Cercò di ritrovare le vecchie compagne d’avventura. La diaspora, dopo il crollo della Repubblica Sociale, ha impedito che tutte loro riuscissero a rincontrarsi.

Ora Fiorenza Ferrini ha 94 anni e la salute che zoppica. Ha fatto una promessa, tanti anni fa. Morire a villa Carpena, la casa che fu della famiglia Mussolini e che lei, con tanti sacrifici e tanta dedizione ha tenuto in piedi. Si trasferirà lì, da Negrar, in provincia di Verona. Abiterà in una casa di fronte. Non dormirà nella stanza di Rachele Mussolini, come era solita fare. La accompagnerà un’autoambulanza. E porterà con sè il basco da ausiliaria.

Oggi la sua unica aspirazione è continuare a essere coerente. Fino in fondo, fino alla fine. Coronando una vita difficile, ma vissuta in pieno. Con coraggio e testardaggine.

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Rui Barros

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