Il caso. Se i fumetti (da Corto Martese agli eroi Marvel) corrono in soccorso dei quotidiani

Corto Maltese

Poco più di vent’anni fa, sarà stato il 1995 o il 1996, nell’allora redazione romana dell’editore Francesco Coniglio (situata in Via Visso, una traversa di Via Tiburtina in zona San Basilio), partecipai a una chiacchierata con lo stesso Coniglio, specializzato in pubblicazioni a fumetti, e il giornalista Renato Pallavicini, che era il fumettologo de “L’Unità”. All’epoca, sotto l’innovativa direzione di Walter Veltroni, “L’Unità” aveva preso ad allegare con enorme successo (sarà infatti imitata a breve da quasi tutti) videocassette di famosi film italiani e stranieri, ragione per cui rivolsi a Pallavicini una proposta: «Senti, perché non suggerisci a Veltroni di abbinare al giornale anche delle ristampe di fumetti celebri? Gliele curiamo tu e io». Il poco lungimirante Pallavicini, uomo simpatico nonché valente esperto di fumetti non contraddistinto però da quella dote che va sotto il nome di spirito d’iniziativa, mi rispose che non era il caso, perché al cinefilo Veltroni dei fumetti non fregava nulla e avrebbe quindi sicuramente bocciato l’idea.

Tex per Repubblica
Tex per Repubblica

Ora, io non so cosa effettivamente avrebbe fatto Veltroni; quel che so con certezza è che alcuni anni dopo, nel  febbraio del 2003, il quotidiano “La Repubblica” lancerà in collaborazione con Panini Comics una collana antologica, “I Classici del Fumetto”, che venderà complessivamente centinaia di migliaia di copie delle sue 60 uscite, alle quali occorre aggiungere le 65 della successiva e più lussuosa “I Classici del Fumetto Serie Oro”. All’interno di queste due collane verrà offerta per la prima volta, a lettori in gran parte non appassionati di comics, una fetta significativa dello scibile fumettistico, compresi personaggi e autori magari di gran valore ma obiettivamente di modesta notorietà, da Mort Cinder a Guido Buzzelli. Da quel momento, soprattutto per iniziativa dei gruppi L’Espresso-Repubblica (oggi GEDI, dopo la fusione con Italiana Editrice) e RCS, si registrerà una vera e propria alluvione di allegati editoriali a tema fumettistico, tra successi strepitosi (la ristampa integrale a colori di Tex approntata da “Repubblica” con l’editore Bonelli) e qualche inevitabile flop, ma quasi sempre con la sicurezza di non incappare nel disinteresse del pubblico. Basta del resto dare un’occhiata alle edicole per rendersi conto che il fenomeno, pur non potendo replicare i numeri dei primi tempi (anche perché i pezzi da novanta, da Tex a Diabolik, sono stati sfruttati in ogni modo), è tuttora vivissimo. Attualmente la RCS distribuisce ogni settimana le collane “Supereroi Classic”, “Spider-Man. La grande avventura”, “Popeye” e il western italiano “Larry Yuma”. “La Repubblica”, dal canto suo, risponde con le ristampe a colori di “Diabolik” e con una collana monografica, l’ennesima, dedicata a Hugo Pratt.

Ma quali sono, oggi, i venduti medi degli allegati fumettistici? In linea di massima il punto di pareggio è attorno alle 5000 copie per numero, quindi già 7000 copie rappresentano un risultato soddisfacente. Se però un allegato esce a ridosso del debutto di un film di cassetta (poniamo, recentemente, “Spider-Man: Homecoming”), ci si può attendere che il venduto salga fino 20.000 copie. Bisogna inoltre considerare i costi di produzione. “La Repubblica”, in genere, ricolora ex novo un fumetto (per esempio quelli bonelliani o di Diabolik) e ciò rappresenta una spesa, mentre i fumetti pubblicati da RCS, per lo più supereroi Marvel o serie di provenienza franco-belga, sono solitamente a colori già in origine. «Credo di poter affermare con certezza che queste iniziative hanno ampliato il pubblico dei fumetti», ci dice lo studioso Luca Raffaelli, che dal 2003 firma le introduzioni di tutti gli allegati fumettistici di “Repubblica”. «Non solo: hanno accresciuto l’attenzione intorno al fumetto anche grazie ai tanti articoli e alle pagine pubblicitarie che hanno generato. Penso che tutto quanto di buono sta accadendo nel mondo del fumetto, ed è molto, sia dovuto anche al successo e alla moltiplicazione dei collaterali». Ma sono proprio i fumetti la proposta editoriale che raccoglie i risultati più lusinghieri a livello commerciale? Secondo Fabio Licari, curatore dei redazionali di gran parte delle collane della RCS, senza dubbio sì: «Il settore fumettistico è il più ricco di soddisfazioni, non solo economiche: il pubblico riconosce che i nostri allegati sono fatti con passione e rigore filologico. Non abbiamo mai ricopertinato niente: ogni albo, anche se di ristampe, ha una sua personalità. Il settore dei dvd è in difficoltà, ma il recupero degli anime degli anni 70 e 80, da Goldrake a Jeeg, è stato entusiasmante. E anche i modellini di personaggi e armature sono andati bene oltre ogni aspettativa».

Milo Manara per il Sole24Ore

Uno degli aiuti più sostanziosi ai boccheggianti quotidiani cartacei, insomma, proviene dal fumetto. Il che ci riporta a quanto accadeva agli inizi del Novecento, quando i due magnati americani della stampa, Hearst e Pulitzer, si contendevano i fumettisti più bravi perché sapevano che le loro strip erano in grado di aumentare, e di molto, le vendite dei giornali. Se l’amico Pallavicini, oggi felicemente in pensione, se ne fosse ricordato, forse non sarebbe stato un male. Quantomeno per me.

@barbadilloit

Giuseppe Pollicelli

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