Usa. Hillary la rancorosa, la “vendetta” in un libro contro tutti (soprattutto gli elettori)

Hillary Clinton
Hillary Clinton

Vendetta, tremenda vendetta. Così tremenda, così feroce, così cieca che, alla fine, s’è ritorta contro di lei. Hillary Clinton, la grande accusatrice, finisce spernacchiata persino dai grandi media fighi che pure l’avevano sostenuta a spada tratta.

Il caso è tutto nel libro che la signora Rodham ha dato alle stampe con la precisa intenzione di togliersi tutte le pietruzze finitele nelle scarpe. Non le era bastato, evidentemente, che la sua reazione furibonda durante la grande notte elettorale fosse finita su tutti i giornali del mondo.

Nel libro “What’s Happened”, l’ex first lady e sottosegretario di Stato mette in fila tutti i colpevoli del suo clamoroso fallimento alle elezioni per la Casa Bianca. È colpa dei russi, ma questo si sapeva già così come si sa che il complottone, lentamente, sembra andare sgonfiandosi. È colpa del mammasantissima Fbi che le ha fatto lo scherzone delle mail per poi tornare a menar fendenti al Ciuffo Trump. È colpa di quell’hippy comunista di Bernie Sanders. È colpa di Barack Obama che non ha agito con forza per fermare le loro ingerenze. È colpa degli americani che odiano le donne, colpa delle donne che non hanno voluto fare squadra, comunità, lobby attorno a lei.

La rancorosa Hillary non rende ottimo servigio alla causa democratica. Né in patria né all’estero. La sua immagine è uscita letteralmente a pezzi dalla campagna elettorale e dal suo esito. Ha perso contro il candidato più improbabile secondo gli osservatori, quelli che come lei non hanno capito l’atmosfera, l’animo degli elettori e le loro reali esigenze. Lei, paladina del Bene, ha dovuto soccombere alle armate delle Tenebre. La gente l’ha percepita come un freddo robot ma, soprattutto, ha percepito lei, i suoi staff, i suoi attori e cantanti come dei corpi estranei, dei maestrini che dall’alto, dagli schermi di tv, smartphone e computer  volevano impartire lezioncine di bon ton. E ha temuto i suoi propositi di scontro sullo scenario internazionale.

Ma, pur facendo un parziale mea culpa, non rinuncia a dar la colpa agli elettori “machisti”, che hanno sfogato su di lei la loro rabbia (anche) perché donna. Insomma, da chi voleva fare il presidente degli Usa non è reato aspettarsi qualche contenuto in più rispetto alla retorica à la Lisa Simpson.

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John Carew

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