Calcio. Psicodramma Milan, Montella non è più un profeta. Spunta Mazzarri

 Montella

Dopo il due a zero giampaolista, a Milanello il patatrac deflagra e si propaga rapido fino alle stanze del potere. Tantoché ieri Fassone e Mirabelli, bruti d’occasione e d’annata, hanno aspettato il coach Montella per il caveat rapido e indolore: “Il Milan non può perdere così, la responsabilità è tua, occhio all’Europa ma soprattutto alle prossime due di campionato”.

A Dunkirk anche Mazzarri può insidiarti

L’Aeroplanino svolazza incerto e insiste sulla pellicola di Dunkirk per progettare una virata improvvisa in grado di rialzare le sorti – del gioco ma non solo, c’è un negativo non più tanto felice di centosessantacinque milioni da risanare. Il Milan galleggia in classifica e può salvare poco e niente dalla disfatta a Marassi: Bonucci carica sui social ma sui prati e di fronte al delicato volteggio di Alvarez si dichiara situazionista (per dirla con Perrone), se l’apocalypto Rodriguez convince e macina metri a galoppo, dall’altra parte il redivivo Abate inguaia più che può, Kessie traballa e non comanda la linea, Bonaventura è una malcelata seconda punta travestita da mezzala, Suso – fresco di rinnovo – fa ciò che può, Kalinic è trangugiato dalla morsa blucerchiata e Cutrone è sempre più mogio. Biglia annota mestamente le cronache dal fronte. A questo punto non ci si può non chiedere a cosa stia portando la campagna faraonica. Il modulo è lo stesso dell’anno scorso, i risultati anche e Montella, portato in carrozza per aver agguantato i preliminari dell’Europa League, da profeta approvato da plebiscito, ora è il problema di tutta la squadra. E, dopo il monito dei caballeros, rischia grosso: il suo futuro non dipende tanto dalla semplice uscita europea di giovedì, quanto dalle prossime sfide con Roma e Inter. “Il turnover è necessario!” tuona e recrimina Vincenzino a sua discolpa. E all’orizzonte pare, secondo alcuni, già stagliarsi il successore. E’ Walter Mazzarri. Non sarebbe un manifesto passo indietro rispetto agli obiettivi di competitività?

Zapata è Spartaco nel giampaolismo

Di contro, la Samp fa una partita perfetta. Giampaolo confeziona un modulo ad hoc e la vince a metà campo, tra le geometrie di Torreira, gli inserimenti di Praet e i giochi di prestigio dell’edonista Ramirez. Gaston trova sempre approdo nell’esperienza della volpe Quagliarellae nel novello Spartaco Zapata che, alla ricerca della redenzione a sportellate, buca Donnarumma. Il sigillo di Ricky Alvarez, appena entrato, è un colpo da biliardo. E se il giampaolismo stesse prendendo forma?

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