Difesa. Guerra fredda a cielo aperto: visite guidate nei bunker dei pionieri d’arresto

73° Rgt. "Lombardia" Fanteria ArrestoErano figli della Guerra fredda anzi! Del contrasto ad un nemico, la Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia, con il quale hanno condiviso il confine e la sorte fino al 1992 anno dello scioglimento dello Stato socialista. E’ la fanteria d’arresto, specialità dell’Esercito Italiano che per quasi cinquant’anni ha protetto il Nord Est dal pericolo di un’invasione che, per fortuna, non ci fu mai. Già, perché il non allineato Tito era più interessato al dominio dell’area balcanica e al denaro occidentale che non ad una guerra col vicino italiano, ma i repentini mutamenti e le oscillazioni geopolitiche del contesto di allora (riavvicinamento Belgrado Mosca, nuovo allontanamento, crisi dei missili di Cuba, etc.) facevano ogni volta temere il peggio ad un’Italia membro della NATO a due passi dal blocco comunista.

Una schiera di difese montane (bunker, casematte, garitte, torrette di carro interrate, filo spinato, batterie mimetizzate) si estende ancora oggi in Friuli, ormai parte del paesaggio che ha fagocitato il ferro arrugginito e il cemento armato. Testimonianze di storia recente che, grazie all’Associazione fanti d’arresto, alla Provincia di Gorizia e ad enti privati è alla portata di chiunque voglia approfondire, brevi manu, il passato prossimo della Repubblica Italiana.

Un tour da fare, quindi, magari dopo aver gustato con occhi e palato ciò che di bello una regione selvaggia e incontaminata come il Friuli Venezia Giulia può offrire, alternando così ad una escursione naturalistica ed eno-gastronomica qualche sana nozione di Storia della Guerra, disciplina liberamente studiata in quasi tutti i paesi del mondo e senza l’odiosa etichettatura politica che gli intellettuali nostrani le hanno appiccicato.

@barbadilloit

@marco_petrelli

Marco Petrelli

Marco Petrelli su Barbadillo.it

Exit mobile version