Calcio. Grande cuore West Ham, rimonta gli Spurs: è 2-3 nella notte folle di Ogbonna

West ham

Slaven Bilic è salvo e il West Ham passa ai quarti di Coppa di Lega. Gli Hammers, in alto mare (e in pericolo retrocessione) prima dei segnali positivi di ieri sera, incontrano e hanno la meglio sugli Spurs di Pochettino. Venti giorni fa il derby di Londra, in Premier, l’aveva vinto il Tottenham con un tre a due rocambolesco. Bilic restituisce il favore ai cugini londinesi con la stessa moneta, vincendo con lo stesso risultato.

Dominio Spurs nei primi quarantacinque

Dopo i primi quarantacinque minuti la partita sembra compromessa: dominio Spurs, due a zero con un piattone in contropiede dello straripante Sissoko e un colpo beffardo dal limite del gioiello Alli (con Son che suggerisce in entrambe le reti). Hammers spaesati – Llorente mette in ombra il faro Andy Carrol – e Bilic che sprofonda in panchina.

Il cuore degli Hammers fa segnare il terzo gol ad Ogbonna

Ma nella ripresa succede l’impossibile. Dopo un sano predicozzo slavo e vecchio stampo, il West Ham cambia marcia e accorcia le distanze con un tap-in del discusso Ayew. Gli Hammers alzano il baricentro, piovono traversoni e dopo cinque minuti su una palla bassa del fantasista Lanzini (vero traghettatore e cardine nei tempi bui) è sempre Ayew a ribadire in rete. Il pubblico di Wembley è attonito e surclassato e sovrastato dai cori degli Irons che esplodono quando, su cross di Lanzini, Ogbonna stacca incontrastato e firma la vittoria (un segnale per la Nazionale?). Gli Spurs finiscono la partita all’assalto ma Adrian – e la buona guardia di tutta la squadra – neutralizza ogni pericolo. Il West Ham la spunta grazie al coraggio e alla spinta di un popolo che non ti abbandona mai. Bilic ora è più al sicuro (“sono fiero di tutti, di tutto”), anche se nessuno, mai, ha dubitato della sua grinta e del suo attaccamento alla squadra.

Una chicca: finita la gara, il capitano Noble – solo sacrificio anche ieri – si toglie la maglia e la lancia ad un giovane tifoso. Sul ragazzo piomba un adulto che per un attimo agguanta la maglietta, prima di cadere dagli spalti. “He’s gone, he’s gone!” è il coro unanime.

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