Giornalismo. Perché ricordiamo (da destra) l’onestà intellettuale di Sandro Provvisionato

Sandro Provvisionato
Sandro Provvisionato

Barbadillo ricorda il collega Sandro Provvisionato, giornalista d’inchiesta e scrittore, indagatore di rara onestà intellettuale dei misteri degli anni di piombo, con un articolo dello storico Adalberto Baldoni

L’improvvisa e prematura scomparsa di Sandro Provvisionato mi ha colpito profondamente. Ho perso un amico valido e sincero che ho conosciuto nei primi anni  Ottanta alla sala stampa del Senato.  Ero stato inviato dal Secolo d’Italia quale cronista parlamentare. Sandro lavorava  per l’ Ansa di cui in seguito diventerà redattore capo.  Da subito ho   ammirato la sua imparzialità e la sua professionalità.

Era di sinistra, anzi di estrema sinistra (aveva  militato nel Movimento studentesco di Milano, diretto Radio città futura ed era stato capoufficio stampa del Pdup, Partito di unita’ proletaria). Benché conoscesse la mia militanza rispettava le mie idee e prendeva in considerazione le mie ricerche sul terrorismo italiano. Abbiamo discusso, ci siamo confrontati anche vivacemente, ma sempre in modo costruttivo. Tutto ciò ci ha permesso  di scrivere assieme tre  libri sui sanguinosi  anni  Settanta, “ La notte più lunga della Repubblica” per la Serarcangeli (la collana storica era diretta da Francesco Grisi ), “A che punto è la notte” per la Vallecchi e “Anni di piombo”  per la Sperling.

Siamo andati assieme in tv, abbiamo partecipato a dibattiti culturali e politici. Ci hanno invitato nelle infuocate  assemblee studentesche. Poco meno di tre anni fa, proprio per la nostra riconosciuta obiettività, siamo stati prescelti quali consulenti storici  per  la fiction “Anni spezzati” andata in onda sulla Rai, che raccontava le vicende degli anni Settanta.  Di recente avevo aderito entusiasta alla sua proposta di scrivere un altro saggio storico. Dovevamo vederci, parlarci, verificare la scaletta che aveva preparato su un tragico episodio degli anni più bui del nostro Paese.

La sua mente era un ribollire di idee, esposte con saggezza ed equanimità, nel rispetto della storia, quella vera e non quella che ogni giorno ci viene propinata con faziosità e livore. Ecco perché gli sono stato amico. Ecco perché  l’ho ammirato come studioso e  soprattutto come uomo leale, onesto, cristallino e generoso.

@barbadilloit

Adalberto Baldoni

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