Calcio. Al Modena resta solo il coraggio dei Berretti e l’amore degli ultras

modena tifoSolo per la maglia, e non è un luogo comune. È vero che le società, i calciatori e gli allenatori passano: solo i tifosi restano, magari a contemplare il vuoto, la fine (ingloriosa) di squadre che hanno fatto la storia. L’agonia del Modena è finita. La società è stata estromessa dalla Lega Pro, i giocatori sono stati tutti svincolati, l’allenatore ha già trovato un’altra panchina. A rimanere con il cerino – anzi con il fumogeno – in mano sono stati gli ultras.

Solo per la maglia, e non è un luogo comune. Senza la squadra maggiore, non viene meno il tifo, l’amore per i colori gialloblù emiliani. Il tifo organizzato ha deciso di seguire i giovanissimi della Berretti, che per delega della Federazione continuano a giocare in campionato. E che affrontavano gli arcirivali (pari età) della Reggiana.

Erano in cinquecento a sostenere le sorti dei ragazzetti modenesi. Una favola nell’incubo, la loro. Sordi al bailamme ridicolo – si può dire? – che ha portato alla morte della società, si son dimostrati tra le squadre più promettenti e belle del loro campionato. Striscioni a sostegno di un’identità che nessun fallimento può cancellare, torciate a illuminare il fosco presente di una delle realtà sportive più affascinanti e antiche d’Italia.

Solo per la maglia, e non è un luogo comune. Modena non gioca più tra i grandi, ma ha già due certezze da cui ripartire: dei ragazzini che (nonostante tutto e nonostante la loro giovanissima età) onorano una maglia storica e dei tifosi che credono fermamente in “un ideale, una maglia, una città” perché “il nostro amore non morirà”.

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Careca

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