Esteri. In Germania salta la (speziata) Jamaica-koalitionen, e se Merkel aprisse a Afd?

Merkel
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In altri tempi si sarebbe detto che la signora Merkel ha tirato un po’ troppo la corda. A furia di stiracchiare larghe intese e grosse koalitionen, la Germania si ritrova adesso senza un governo. Perché i conservatori, dopo il lungo fidanzamento coi socialisti (che questi hanno rotto per esorcizzare l’inevitabile pericolo di finire nell’irrilevanza), hanno voluto impalmare i più bizzarri liberali e i verdi.

Un’unione troppo assurda, troppo diversa. Non a caso, giocando sui colori, s’è detto che Berlino fosse finita in Giamaica, un guazzabuglio composto da Cdu, Fdp, Verdi e Liberali. Fatale che, prima o poi, a furia di unire e sintetizzare, di schierare e semplificare sull’unico fronte dell’antipopulismo, qualcosa si sarebbe rotto. Del resto (e i socialisti l’hanno capito in Germania giusto un attimo prima che in Francia) se ci si accoda si rischia di finire dissanguati in termini di consenso.

E allora cosa potrebbe fare la Germania di Frau Merkel? Tornare al voto, innanzitutto. Per vedersi restituire dagli elettori, di nuovo, un quadro politico frastagliato e fragile, persino nella titanicamente europeista Berlino. Magari, stavolta, cambiare ricetta.

Invece che lasciarsi sedurre dalla voglia esotica di un mix (troppo) speziato in stile giamaicano, un calderone tenuto insieme solo dalla volontà di continuare a gestire un potere gradito a Bruxelles, magari i conservatori tedeschi dovrebbero iniziare a pensare di tornare alla più classica ricetta della ricomposizione della destra, quella che, per intendersi, ora governa la vicina Austria.

Provare a far dialogo con quei demoni anti-sistema di Alternative fur Deutschland, potrebbe funzionare. Chissà. Ma, di sicuro, sarebbe un dialogo tra destre (per quanto diverse tra loro) piuttosto che acritiche aperture a culture politiche troppo distanti per poter coesistere.

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Alemao

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