Cultura. “La Via del Sol Levante” di Vattani come viaggio circolare nella tradizione orientale

La Via del Sol Levante di Mario Vattani
La Via del Sol Levante di Mario Vattani

Se in Europa tutte le strade portano a Roma, in Giappone tutte le strade sono circolari, e riportano al punto di partenza. Questa sembra essere una delle morali del primo saggio di Mario Vattani, che partendo dal dato autobiografico di un viaggio in moto sulle strade del Giappone, finisce per ritrovare là, agli estremi antipodi del continente eurasiatico i legami profondi fra il Sol Levante e la patria lontana. Il viaggio in moto diventa così il filo conduttore che unisce una serie di eventi storici che hanno visto protagonisti insieme italiani e giapponesi. Dalla colonna donata dal governo italiano nel 1928 per commemorare i giovanissimi samurai suicidi della società della Tigre Bianca alla figura di Harukichi Shimoi (1883-1954), intellettuale che ha fatto del ponte fra Italia e Giappone uno scopo di vita, combattendo fra gli Arditi sul fronte italiano durante la Grande Guerra e seguendo D’Annunzio nell’impresa di Fiume. E ancora, l’avventuroso raid aereo Roma-Tokyo, condotto da Arturo Ferrarin nel 1920 e la straordinaria, struggente vicenda dei marinai del sommergibile oceanico Cappellini, che con l’8 settembre 1943 si trovano in acque giapponesi e finiscono internati come nemici. Un destino che trova un’improvvisa svolta e il riscatto con la dichiarazione di guerra del Regno d’Italia al Giappone oramai sconfitto, il 15 luglio 1945. Allora una ventina d quei marinai laceri e disfatti da tanto disonore chiede e ottiene la cittadinanza giapponese e il permesso d’essere arruolati nella Marina Imperiale, per tornare a manovrare il sommergibile. Uno scatto di dignità che ha il suo rabbioso, orgoglioso acme il 25 agosto 1945, dieci giorni dopo che l’Imperatore ha annunciato la resa del Giappone, abbattendo un bombardiere B25 americano che ancora infieriva sul territorio nipponico con un colpo della mitragliera antiaerea del Cappellini.

La strada circolare che Vattani ci illustra nel suo racconto-saggio mostra le connessioni, a volte palesi, a volte insospettabili, fra questi eventi storici. Connessioni che possono essere coincidenze (e non solo all’interno del libro, ma anche attorno ad esso: per esempio, Arturo Ferrarin compare come coprotagonista in «Porco Rosso» di Hayao Miyazaki, celeberrimo lungometraggio ambientato negli Anni Venti in Italia che ha come protagonista un pilota di idrovolante, da cui il nome della casa editrice). Ma che alla fine del racconto si dimostrano essere invece un destino, un’attrazione irresistibile. Forse, suggerisce la lettura del libro di Vattani, sono gli Spiriti che hanno guidato quel viaggio verso la scoperta del debito che l’uomo vivente ha nei confronti degli uomini del passato. La riflessione di Vattani sul senso della Storia diventa di stringente attualità nella nostra epoca, dove si vuole sganciare l’individuo dal proprio retaggio per sradicarlo, privarlo delle coordinate etiche e renderlo facile preda del consumismo. Allora, lo spirito della Via del Guerriero, il Bushido a cui è dedicata la colonna romana donata dall’Italia, l’eccentrico genio dannunziano di Shimoi, la faccia sporca d’olio di motore di Ferrarin e i marinai del Cappellini in piedi fra la cenere mentre guardano la scia del bombardiere yankee che precipita, si mostrano in tutto il loro significato: indicare la giusta via ora che siamo giunti al bivio fra restare uomini o diventare consumatori in fila per il prossimo iPhone.

* La Via del Sol Levante  di Mario Vattani (Idrovolante, pp. 225, € 15,00)

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Emanuele Mastrangelo

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