Serie A. Il Benevento va al Massimo, s’è svegliato Coda e la Strega può sperare

coda beneventoConosco Coda perché ha giocato per qualche anno a Salerno prima di pigliare la strada che l’ha portato a Benevento. E sapevo che ci avrebbe messo molto tempo prima di carburare. Coda è un centravanti di peso, intende il ruolo da gladiatore, fa a randellate con i difensori avversari, crea spazi per i compagni e, soprattutto, è in grado di far salire la squadra. Ma ha un difettuccio, che lo rende praticamente inavvicinabile dalle big. Ha bisogno di un sacco di tempo per entrare in palla, ogni qualvolta cambia casacca. Con la Salernitana, prima di iniziare a macinare gol e assist, collezionò brutte prestazioni al punto che l’esigente piazza locale (compreso chi scrive) ebbe la tentazione fortissima di accostarlo alla collezione di bidoni, meteore, inadatti e sopravvalutati che calcarono il prato dell’Arechi. Mettici, poi, che è nato e cresciuto nell’arcirivale Cava de’ Tirreni…

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Massimo Coda, e il campo l’ha dimostrato, non è un sopravvalutato. Quando è in forma è capace di prendersi tutta la squadra sulle spalle. Generoso e capace (come ha dimostrato con le due reti rifilate ai doriani) di colpi di classe che per lui diresti insospettabili. La Serie A è davvero nelle sue corde, magari non alla Juve o al Napoli, ma adesso che ha finalmente capito come si suona lo strumento nuovo può incantare pure la platea sannita. Aveva solo bisogno di tempo e nel calcio usa-e-getta, dove basta una finta sbagliata per finire sfottuto dai campioni del giovedì pomeriggio, tempo te ne danno fin troppo poco.

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Alemao

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