Politica. “Silvio, il nonno d’Italia”: se anche il New York Times “riabilita” il Cav

berlusconiagnelloSuccedono cose che non avremmo mai creduto di vedere, in questa folle (e brutta) campagna elettorale. Dopo anni di bocciature, di stroncature, di veleni, di accuse, Silvio Berlusconi riesce a sedurre persino il paludatissimo New York Times.

Per il Nyt, che non rinuncia al vezzo di gigioneggiare il Cav (“il sorriso è brillante, le gote sembrano fatte col Pongo, i capelli come Ken di Barbie”), Berlusconi è diventato “il nonno della patria”. L’uomo che potrebbe salvare l’Europa dal populismo, la diga invalicabile alla rabbia dei movimenti anti-sistema e degli stessi elettori.

In qualità di argine alla galoppata dei sentimenti anti-Europa, Berlusconi è stato riaccolto (da Germania e Francia) come la pecorella smarrita, il figliol prodigo a cui tutto è perdonato. Non è più uno sciamannato, né un improvvisato e nemmeno un conflitto d’interessi ambulante, come lo si bollava fino a qualche annetto fa. È uno statista moderato e saggio. In definitiva, non più “la barzelletta d’Europa”, quella su cui ridacchiavano la “culona” Merkel (immarcescibile, ancora in sella) e il “nano” Sarkozy (lui è finito, invece).

Il New York Times centra uno dei punti centrali di una tornata elettorale che pare già scritta. Lo stallo inevitabile che verrà dal Rosatellum, l’impossibilità di governare, la necessità di dover procedere all’ennesimo governo responsabile di coalizione. “Kingmaker”, lo dipinge il Nyt. Sarà lui, comunque andrà (e ancor di più se si confermerà il tracollo Pd), a scegliere chi governerà, e con quale indirizzo. Se sarà premier, di nuovo, Paolo Gentiloni o lo sostituirà Antonio Tajani. O, ancora, caccerà dal cilindro l’ex governatore della Lombardia Roberto Maroni (o chi per lui), se sceglierà di salvare capra (la traballante coalizione litigiosissima di questo centrodestra) e cavoli (i diktat e i desiderata dall’Ue).

Ma, soprattutto, se Forza Italia governerà con gli alleati o se questi saranno accantonati in virtù di un accordissimo con le macerie del Pd renziano (cosa di cui, a mezza bocca, tutti parlano ormai da mesi).

Succedono cose che non avremmo mai pensato di vedere in questa campagna elettorale. Dopo Bruxelles che spalanca le porte al Cav, dopo che a Repubblica si litiga (e pesantemente) sul gioco della torre (“Tu chi butti di sotto, Di Maio o Berlusconi?”), ora il Nyt ne ristabilisce da Oltre Oceano (dopo il celeberrimo “Berlusconi is outfit” del Financial Times) l’adeguatezza a governare.

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Alemao

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