Riviste. L’ultimo appuntamento di Mussolini su “Storia in Rete” di maggio

“Storia in Rete” è la creatura di uno dei principali “dongologi” in Italia, Fabio Andriola, a cui collabora fin dalla fondazione un altro mostro sacro di questa branca della storiografia sulla Guerra civile in Italia, Luciano Garibaldi. Quindi non stupisce vedere l’ennesima copertina dedicata a quello che è il mistero dei misteri d’Italia. Spunto per questo nuovo excursus nelle ultime 48 ore di vita di Mussolini è un nuovo saggio di un altro dongologo, Roberto Festorazzi, che si è trovato a lavorare sulle carte di un ex agente segreto, Bruno Puccioni. Un personaggio che aveva operato sulle sponde del Lago di Como con lo scopo di assicurare la vita di Mussolini e i suoi dossier, fallendo in entrambi i tentativi. I carteggi di Puccioni erano stati affidati a Renzo De Felice, ma la sua dipartita “provvidenziale” (così l’avranno salutata molti gendarmi della memoria…) proprio durante la lavorazione dell’ultimo volume della biografia del Duce, quello dedicato alla Guerra civile, ha lasciato in un cassetto questo polposo archivio. Ora lo studio di Festorazzi offre nuove conferme alla tesi dell'”appuntamento sul Lago” togliendo ulteriori argomenti a chi ancora si ostina a sostenere la vecchia narrazione propagandistica di un Duce in fuga verso la Svizzera. E – soprattutto – conferma che un carteggio segreto è esistito, ed è stato accuratamente fatto sparire da coloro che più ne temevano i contenuti. 

Il numero di maggio della rivista di Fabio Andriola dedica poi un corposo capitolo alla Seconda guerra mondiale: dalla tragedia dell’8 settembre all’internamento dei soldati del Regio Esercito nei lager in Germania, per continuare con un’intervista a Pier Luigi Guiducci sulla sua ultima fatica, una biografia di Aloisio Stepinac, il vescovo croato accusato ingiustamente di collaborazionismo con gli ustascia.

Quindi un’anticipazione da una storia dei servizi segreti italiani, la meno conosciuta delle armi del nostro paese, ma forse quella che ha colto il maggior numero di vittorie, per lo più rimaste oscure: tale è – per esempio – la vicenda del maggiordomo italiano dell’ambasciata inglese a Roma, che con un audace colpo di mano riuscì a sottrarre ai diplomatici di Sua Maestà i volumi coi loro codici segreti e un documento che comprovava la doppiezza del Foreign Office di Eden nelle trattative per la crisi abissina del 1935. Una beffa di cui gli inglesi si accorsero solo anni dopo, con un umiliante terremoto che provocò tanto di interrogazioni parlamentari.

E ancora, il bicentenario di Carlo Marx, profeta del proletariato che amava vivere da borghese, e Carlo I d’Asburgo, l’ultimo imperatore d’Austria-Ungheria. E sempre in tema di Grande Guerra, l’entusiasmante vicenda dell’assalto con cui esattamente cento anni fa un pugno di cinque arditi riuscì a riconquistare le posizioni di Cima Battisti, ritenute imprendibili, strappandola agli austroungarici.

Infine, le cronache mondane della Ville Lumiere, con una biografia della Rimsky-Korsakov, la “Venere Tartara” che fece impazzire il bel mondo della Parigi del II Impero, e il cannibalismo, storia di una brutta abitudine con radici antiche e propaggini fin troppo contemporanee…

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Alberto Lancia

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