Il caso. “Eserciti” e associazioni, tra Lega e Fdi è la guerra blu. La scivolata a Padova

Giorgia Meloni e Matteo Salvini

La guerra delle posizioni non è più mica tanto fredda. Tra Fratelli d’Italia e la Lega c’è tensione, esplosa in aula con la zuffa tra deputati. Ma il fronte caldo tra le due facce del centrodestra è un altro. Quello degli “ingressi”, delle presentazioni, delle nuove adesioni. Che, nella corsa al “blu” nasconde la gara alla leadership dei cuori, e perciò dei voti, della destra italiana.

Nelle scorse ore, Fratelli d’Italia ha celebrato l’ingresso nel partito di circa duecento amministratori locali. La manifestazione, “Sempre più Blu” (non è mica un caso!), ha visto Giorgia Meloni accogliere quello che Carlo Fidanza ha definito quale “un piccolo esercito di patrioti” che caratterizza Fratelli d’Italia come “il partito dei territori”. Non è nemmeno troppo velato il riferimento alla retorica dei territori che ha fatto il successo della Lega, fin dagli albori bossiani.

Che si tratti di una vera sfida, di una guerra che accende gli animi lo confermano, poi, le dichiarazioni rilasciate in una nota da Federico Mollicone che, salutando i “nuovi patrioti”, non rinuncia a qualche stoccatina: “Fratelli d’Italia cresce, si radica e rappresenta il futuro della Nazione. Ci dispiace per gli opinionisti, i sondaggisti, i gufi o i saltatori e cercatori di occasioni varie”.

Dall’altra parte della barricata di una guerra sempre più palese, prosegue un intenso lavoro di composizione e dialogo tra diverse realtà che iniziano a rapportarsi in maniera sempre più intensa, specialmente al Sud, con la Lega di Salvini. In diverse realtà, come in Campania e in Puglia, si moltiplicano le iniziative e gli incontri con i cittadini. Il progetto salviniano calamita l’interesse di personale politico proveniente non più (solo) dalla destra militante ma anche dall’area moderata, interessati a partecipare a un progetto di governo, a Roma e sui territori.

Il caso Padova

Nota stonata il caso Padova, con l’ingresso, sponsorizzato da Daniela Santanché e Sergio Berlato, di Simone Furlan, ideatore di quella esperienza caricaturale che è stata l’Esercito di Silvio (Berlusconi) nonché protagonista della caduta della giunta comunale guidata dal leghista Bitonci (ora al governo della città c’è l’estrema sinistra). La storica classe dirigente missina, passata in Fdi (con Raffaele Zanon in primis), ha preso – giustamente – le distanze da questa operazione, ed ha trovato ascolto nel solo Adolfo Urso. La questione non è solo di stile…

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