Televisionando. Un pugno di buone ragioni per riscoprire “La Piovra”

Trenta anni prima di Gomorra, un racconto serrato della storia italiana, le sfaccettature eroiche del commissario Cattani, le fragilità di un uomo che insegue il bene, portato all’estremo. Tutto questo e il suo contrario, ovvero La Piovra. Celebre fiction dalla durata non continuativa di dieci stagioni in cui la cronaca nera si intreccia alla storia contemporanea e alla sconcertante attualità, materiale reso plausibile dalle successive inchieste giudiziarie.

Corrado Cattani rappresenta l’incedere di un bene che non ha intenzione di piegarsi a compromessi di sorta, combattuto però dalle fragilità che scopre, strada facendo, di possedere anch’egli.

Seguendo l’onda delle operazioni antimafia, la serie celebra un percorso, umano prima che legalitario, battuto seguendo il faro della giustizia, rattrappita tra contraddizioni altalenanti, giochi di specchi, intrighi efferati compiuti con il solo scopo – gattopardesco- di cambiare affinché nulla, in realtà, cambi.

Raiplay, con ritmi degni della migliore tradizione noir, ripropone un romanzo-inchiesta in formato televisivo. Da riscoprire.

 

Stefano Sacchetti

Stefano Sacchetti su Barbadillo.it

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