Storia. Terni: Riziero Rapanelli, il dirigibilista che sfidò Benno Fiala von Fernbrugg

Terni. Particolare della tomba della Famiglia Rapanelli. Al centro Riziero, alla sua sinistra il dirigibile.

Quella della Famiglia Rapanelli è una delle tombe più antiche del cimitero di Terni: lo stile, la scultura che sovrasta il sepolcro e l’incisione, 1927, ricordano che da oltre 90 anni quel luogo di riposo raccoglie le spoglie di un padre e di una madre che hanno posto al centro della lapide la foto di un giovane aviatore.  

E’ il figlio Riziero sepolto in un altro cimitero centinaia di chilometri più a nord, per l’esattezza in Slovenia dove è morto nel maggio del 1916. Accanto allo scatto l’immagine sbiadita del dirigibile sul quale Riziero era imbarcato come sergente maggiore motorista del servizio aeronautico del Regio Esercito. 

Al tempo il dirigibile era la principale arma degli eserciti europei per il bombardamento dal cielo, nonché efficace strumento di ricognizione a lungo raggio. Tuttavia, la scarsa manovrabilità e il rapido sviluppo dell’aviazione avevano messo a dura prova la vita degli equipaggi che nei combattimenti aerei diventavano facile preda dei più agili e veloci caccia. 

Il 4 maggio 1916, a circa un anno esatto dall’entrata dell’Italia in guerra, Riziero è in missione di bombardamento sulle linee austro-ungariche nei pressi di Gorizia. La sua aeronave è l’M4 con a bordo sei militari: il maggiore Giovan Battista Pastine, i capitani Giorgio Coturri, Umberto Casella e Giovanni Pasquali, il sergente maggiore Aristide Berardis e il suo collega Riziero Rapanelli. 

Il grande velivolo non sfugge all’occhio degli osservatori austriaci e da terra decollano due apparecchi, uno dei quali pilotato dall’asso austriaco della k.u.k. Luftahrtruppen Benno Fiala von Fernbrugg che dopo il conflitto ricordò di aver attaccato l’M4 a 1400 metri di altezza.

Stando alla sua testimonianza contro l’aeronave italiana cade una pioggia di colpi; Riziero e i suoi rispondono al fuoco riuscendo anche a centrare gli attaccanti, pur senza riuscire a respingerli del tutto e ad impedire che un proiettile raggiunga i serbatoi di benzina. Von Fernbrugg narrerà di un’esplosione terribile e di una tempesta di fuoco, con i pezzi dell’aeronave che arrivano a terra avvolti dalle fiamme. 

Le spoglie dei caduti ricevono gli onori militari del nemico e vengono sepolti nel camposanto di Ranziano, un borgo di confine che oggi conta poco più di 200 anime e che si trova nel territorio dell’attuale Slovenia. 

Benno Fiala von Fernbrugg (1890-1964) asso della k.u.k. Luftahrtruppen

Quelle foto poste fra mamma e papà sulla monumentale tomba di famiglia del cimitero di Terni sono l’ultimo gesto d’amore di genitori verso il figlio partito per il fronte e mai più tornato. Un gesto comune a tante famiglie ternane e del resto del Paese. 

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Marco Petrelli

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