Libri. “Idea e realtà. Il corpo come tempio della Sapienza” e la Storia come organismo vivente

Emanuele Franz

Si intitola Idea e realtà. Il corpo come tempio della Sapienza ed è l’ultima opera in ordine di tempo del prolifico e poligrafo filosofo e scrittore friulano Emanuele Franz, le cui pubblicazioni spaziano tra romanzi, saggistica, dialoghi, opere drammatiche, letteratura di montagna, ermetismo.

In questo saggio riprendendo il tema del “tempo come organismo vivente” già trattato nel fortunato volume edito nel 2017 La storia come organismo vivente, Franz approfondisce le sue intuizioni con nuovi brillanti approfondimenti, giungendo alla “futuristica” tesi – è proprio il caso di dirlo! – secondo cui, il tempo non è che un corpo vivente, e proprio come due apparati di uno stesso organismo umano si influenzano a vicenda, così lo stesso futuro può influenzare il passato.

Ipotesi questa sicuramente non in linea con il “senso comune”, “incrostato da secoli da una ingenua visione del tempo”, ma niente affatto peregrina dal punto di vista della scienza ultima, se pensiamo agli esperimenti di “cancellazione quantistica” condotti dal fisico J.A. Wheeler, o al fenomeno forse più noto dell’Entanglement.

Ecco che Franz alle tre dimensioni classiche del tempo: presente passato e futuro, ne aggiunge un’altra che nomina “quarto stato temporale”, in cui “il seme e il fiore sono la stessa cosa, coesistenti, prima di scindersi, nella nostra esperienza sensibile”. A questa quarta dimensione del tempo obbedirebbe ovviamente anche l’essere umano: “Il nostro io attuale è un organo di un multi-soggetto vivente che ci abbraccia e ci ingloba e che è posto in un quarto stato temporale.”

L’ipotesi avanzata da Franz ha trovato un illustre sostenitore in Brian Josephson, professore emerito della Cambridge University e Premio Nobel per la Fisica nel 1973 e riscosso l’interesse di altri eminenti studiosi, quali il linguista statunitense Noam Chomsky e il filosofo russo Alexandr Dugin.

Tale consenso interdisciplinare non deve stupire se pensiamo a come la visione storico-filosofica di Franz delineata in questo saggio sia corroborata da una profonda conoscenza da parte dell’autore di testi di capitale importanza ai fini gnoseologici, siano essi testi scientifici, filosofici, religiosi, come dimostrano le numerose citazioni e le dettagliate spiegazioni delle stesse presenti nel corso di queste pagine. Del resto, in uno dei passi più entusiasmanti del saggio Franz scrive: ” La Fede innalza lo Spirito, la Filosofia lo sostiene, la Scienza tenta di spiegarlo.”

Ma, il nodo cruciale di tutta l’opera, da cui lo stesso titolo del libro, è stabilire in definitiva quale sia il rapporto intercorrente tra Idee (da intendersi in senso platonico e non secondo l’accezione corrente) e realtà (realtà intesa come realtà meramente empirica). Franz giunge alla conclusione che Idea e realtà giammai scisse l’una dall’altra,  –  ed in questo è da rintracciarsi una critica contro la tradizione platonica tanto quanto quella empiristica – , non sono scisse da uno iato ontologico, nè tantomeno che le Idee siano solo “precipitati” delle cose, ma che nondimeno esse siano “intrecciate” nel formare l’intera sostanza del Reale, e che trovino la loro definitiva unità nel corpò dell’uomo non già nella sua mente,  quest’ultima essendo generalmente costituita da una interpretazione frammentaria e personale del reale, mentre è appunto il corpo a rappresentare il vero e proprio “tempio della Sapienza” in quanto connesso “naturalemente” al processo vivente del Tutto.

Date queste premesse Franz “vaticina” l’avvento di un prossimo futuro “compimento della Storia”, un’epoca di Sapienza e Amore, in quanto posta sotto l’ègida di Venere/Afrodite, nella quale si raggiungerà una conciliazione e un equilibrio fra il dare e il ricevere, fra l’emettere e l’accogliere, funzione questa espletata nel microcosmo umano dai reni (non a caso tradizionalmente ritenuti esposti all’influsso venusino); e dunque armonia e concordia fra il principio maschile e il femminile. Una nuova epoca in cui si finirà di pensare che le Idee siano assolute come che la materia sia assoluta e in cui finalmente si capirà che: “Il mondo nella sua totalità altro non è che il figlio di padre e madre, Idea e materia (Mater, materia appunto)”.

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Giovanni Balducci

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