Il punto. Casapound apre alla Meloni. Che rilancia: “Più destra sociale per l’Italia”

Le Meloni sul Primato nazionale, intervistata da Adriano Scianca

Grandi manovre a destra in vista delle Europee. Casapound, con il mensile il Primato Nazionale, ha fatto registrare una apertura di credito verso Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. Si tratta di un passo in avanti dopo i colloqui dei mesi scorsi intercorsi tra la dirigenza della Fiamma e Simone Di Stefano delle Tartarughe frecciate. Adriano Scianca, intellettuale e direttore della rivista casapoundiana ha intervistato la Meloni, e il dialogo parte dalla presa d’atto delle difficoltà di Matteo Salvini nel tenere in piedi l’esecutivo giallo-verde. Insomma la destra radicale prende le distanze ancora più nettamente dal Carroccio. Scrive Scianca: “Il “peso insostenibile delle contraddizioni” pende sopra la testa di Matteo Salvini. E, finito l’effetto mediatico, il leader leghista dovrà stare attento a non farsi schiacciare”.

L’opzione Meloni  

La Meloni, nell’intervista, spiega di aver appoggiato il governo Conte su sicurezza e immigrazione, mentre ha osteggiato il Decreto Dignità e la Manovra. Per la leader di Fdi “l’assenza di una destra vera, autenticamente nazionale e cn la schiena dritta, si fa sentire”. Da qui l’approccio verso le Europee: le liste della Fiamma potrebbero essere aperte e inclusive anche per contributi che arrivano dalle destre sovraniste più radicali, al fine di controbilanciare gli ingressi neocentristi (su tutti il democristiano Raffaele Fitto, tra i punti di riferimento dei conservatori europei).

La distinzione da Salvini e Le Pen

Per la Meloni non tutte le destre sono uguali. Da Salvini e la Le Pen si sente differente in quanto “a noi non basta dire che questa Europa ci fa schifo, vogliamo un modello alternativo, una confederazione di Stati nazionali liberi e sovrani, capaci di cooperare su alcune materie strtegiche e di decidere in autonomia su tutto il resto”.

L’orizzonte

Il dado è tratto per Fdi. La sfida, prima di cambiare l’Europa, è quella di superare lo sbarramento del 4%. Anche con i voti delle tartarughe frecciate, uniti a quelli fittiani e a quelli di ex berlusconiani (come l’eurodeputato lombardo Stefano Maullu).

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Antonio Fiore

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