Mostre/Milano. Antonello da Messina e l’assoluto occidentale

Il catalogo della mostra di Milano

L’arte  vive della sua creazione. Sintesi sublime della realtà. Ed  è vita che si conserva nelle opere e tenta di scostarsi dalle scomode vicinanze delle interpretazioni. L’arte offre un senso alla vita, punto. Per questo è assoluta. Come  assoluta è l’arte di Antonello da Messina (1430-1479). La sua assolutezza coincide con le parole di Vittorio Sgarbi che, in una recente intervista sulla mostra ‘Antonello da Messina. Dentro al pittura’, enuclea l’idea del pittore siciliano che “crea persone.” E cantano anime di persone i diciannove ritratti dell’esposizione milanese curata da Giovanni Carlo Federico Villa. Giungono così a  Palazzo Reale antichi uomini raccontati sopra  tavolette  di legno; tutti insieme appaiono come orgogli di esistenze  e  come celebrazioni psicologiche rimaste ignote. È espressività immortale quella di Antonello;  è il frutto di una pittura realistica divenuta assolutezza nella civiltà occidentale.

Sino al 2 Giugno l’evento milanese esibisce una ritrattistica che annunciò il tempo degli uomini: mercanti coraggiosi,  gioventù rinascimentali, uomini che chiesero al maestro di far divenire eterni i loro sguardi con sopraccigli tesi o con sorrisi consapevoli della buona appartenenza sociale; e questa storia pittorica è ben segnata nella tavoletta ‘Ritratto di giovane’ (1474) o in ‘Ritratto di uomo’ (1476) detto pure ‘Ritratto Trivulzio’.

In Italia ricompare il famoso ‘San Girolamo nello studio’, arrivato dalla National Gallery di Londra, che restituisce il gusto della pittura fiamminga e fa vibrare il senso del canone occidentale, ovvero la solennità cristiana, il suo simbolismo, il pavone, il leone e la biblioteca santa. Il carattere profondo dell’arte antonelliana da secoli splende  nell’icona  ‘L’Annunciata’, ritratto di Madonna che fissa, con gesto leggero gesto e miracoloso sguardo, la presenza dell’angelo senza che l’entità celeste sia visibile. Dopo esser state in mostra nel palermitano Palazzo Abatellis, le opere sono accompagnate dalla polemica sull’opportunità di spostare i dipinti  antonelliani da sempre considerati delicatissimi.

Cristo in pietà di Antonello da Messina

È così generata una raccolta unica che ritrova adesso una pittura diffusa in diversi musei del mondo. Il catalogo è costituito da un continuum straordinario di immagini editate da  Skira.  Emoziona allora l’incontro con il ‘Cristo in pietà’(1476-1478) o con  la ‘Madonna con Bambino’ (Madonna Benson, 1470), una magia del Rinascimento che esprime una dolcezza infinita nella mano del bambino infilata nella veste  della divina madre. Una tavoletta questa appartenente  alla religiosità quattrocentesca baciata dalla devozione dei credenti, mentre, da sanctus imago, veniva condotta in italiche processione di gioia e di fede.

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Renato de Robertis

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