Calcio. A Bergamo, se una città chiede di togliere il Daspo al Bocia

Se a Bergamo ci fosse un re, probabilmente sarebbe lui, il Bocia, al secolo Claudio Galimberti, il capo ultrà dell’Atalanta, il cui profilo va oltre quello del personaggio carismatico, sfociando in quello del leader spirituale. Gli osservatori esterni hanno potuto constatare questo fenomeno, inspiegabile per la sociologia, sabato 13 aprile, quando oltre 2000 persone si sono unite in corteo, molti ultras ma non solo, per chiedere la revoca dell’ennesimo Daspo comminato alla loro guida. Una manifestazione con tanto di palco, su cui hanno parlato i parenti del Bocia e lui stesso, reclamando a gran voce la sua presenza in curva. D’altronde, quel provvedimento scaturì da un episodio non certo violento, ma al massimo goliardico. Il già daspato Galimberti si presentava allo stadio il 5 settembre 2015, oltrepassava la zona di prefiltraggio e consegnava la testa di una porchetta a due poliziotti. Veniva ri-daspato per 5 anni, ma successivamente prosciolto al processo per la tenuità del fatto.

Il daspo non s’ha da fare, dunque, dice il popolo bergamasco e la politica stessa si divide fra chi è ampiamente favorevole alla revoca e chi temporeggia. Nessuno osa condannare il Bocia, pena il biasimo generale. Intervengono addirittura i candidati sindaci. Si dice favorevole Anesa, finge di non saperne nulla Macario, non dice nulla l’uscente Gori, ma secondo Bergamonews quest’ultimo avrebbe contattato il nuovo questore, per chiedergli la revoca! Favorevoli inoltre il candidato sindaco Stucchi e più che favorevole l’ex sindaco Franco Tentorio (MSI, poi AN). Fra i favorevoli risultano anche Matteo Rossi, ex presidente della Provincia e il consigliere regionale Dario Violi, mentre il deputato Daniele Belotti è andato direttamente alla manifestazione.

Da notare infine che il questore precedente subì moltissime critiche per quel provvedimento e ci tenne a precisare, lasciando la carica pochi mesi fa, che lui comunque contro il Bocia non aveva nulla di personale.

Insomma, nonostante decine di daspo e piccole condanne per episodi di tifo, la città è con lui, il Bocia, senza se e senza ma.

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Francesco Filipazzi

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