Salone Torino. Comune e Regione denunciano Altaforte. Salvini e Bonisoli: “Viva il confronto sulle idee”

Nicola Lagioia, direttore del Salone di Torino

Se non fossimo sulla soglia del tragico, dovremmo parlare di una deriva grottesca. La querelle sulla partecipazione di Altaforte, la casa editrice di Casa Pound, al Salone del Libro di Torino sta diventando un caso di studio tra ossessioni ideologiche e aspirazioni ad alimentare una sorta di orwelliana psicopolizia.

La denuncia contro Altaforte di Comune e Regione

Regione e Comunedi Torino “alla luce delle dichiarazioni sul fascismo rilasciate a mezzo stampa e attraverso emittenti radiofoniche dal signor Francesco Polacchi (‘io sono fascista’, l’antifascismo è il vero male di questo Paese’, ecc.) ritengono il rappresentante della casa editrice Altaforte e la sua attività professionale nel campo dell’editoria estranee allo spirito del Salone del libro e, inoltre, intravvedono nelle sue dichiarazioni pubbliche una possibile violazione delle leggi dello Stato”.

La reazione di Salvini e Bonisoli

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Non ho in programma una visita a Torino, non fatemi fare anche l’organizzatore di saloni di libri: ritengo che la cultura sia sempre cultura da qualunque parte venga. Se ci sono idee diverse, è anche bello il confronto ma non organizzo io, non allestisco io, fatemi fare il ministro dell’Interno non della Cultura”. Della stessa opinione il ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli: “Il Salone del libro di Torino deve essere, come ogni salone del libro, un luogo di democrazia. I libri sono idee e quindi il fatto di poter offrire in modo più ampio possibile le idee penso che sia una cosa positiva”.

Polacchi “Una vera caccia alle streghe”

Polacchi è intervenuto oggi a Radio Cusano Campus: “Questa sinistra del politicamente corretto parla di libertà di opinione, ma poi vorrebbe censurarci. Noi non siamo stati invitati al Salone del libro, abbiamo solo acquisito lo spazio per uno stand, come si fa in tutte le ferie e come hanno fatto anche gli altri editori. Siamo andati vicini alla censura. Christian Raimo si è dimesso perché non ha avuto la possibilità di far sì che Altaforte venisse estromessa dal Salone del libro. Il libro in questione non è il libro di Salvini, è un’intervista realizzata da Chiara Giannini. Se Salvini sapeva che sarebbe stato pubblicato dalla nostra casa editrice? Penso che Chiara Giannini gli abbia detto che si trattava di una casa editrice sovranista. Sicuramente Salvini sa stare al centro delle polemiche, ma qui non si tratta di polemiche, bensì di caccia alle streghe. Salvini alle prossime elezioni sarà votato da 1 italiano su 2, quindi siamo ai limiti della pazzia. Con le vendite siamo già a livelli record, abbiamo già ordini per 5000 copie, quindi diventerà un best seller. Si è esagerato nelle polemiche, però da un lato li ringrazio, anche gli accessi al mio sito internet sono schizzati in maniera pazzesca. Io ho già aperto due librerie e ne aprirò altre due. Noi non facciamo apologia di fascismo, basta guardare il nostro catalogo”.

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Antonio Fiore

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