Formula 1. A Silverstone non c’è (quasi) storia, Lewis Hamilton si prende tutto

Il Football Comes Home utilizzato nel calcio ad Euro 96 disputato in Inghilterra, vale per la F1 una volta l’anno, quando questa torna a Silverstone.

Proprio su questa pista infatti, nata dall’unione delle strade perimetrali di un aeroporto della RAF, si è disputata la prima gara valida per il mondiale. Era il 13 maggio del 1950.

E proprio qui, il 14 luglio del 1951 la Ferrari ha ottenuto il suo primo successo, con la guida di Jose Froilan Gonzalez.

Questa insomma, non può essere una gara come le altre e anzi, già che siamo in tema di anniversari, occorre ricordare che qui la leggenda Frank Williams festeggia i propri cinquanta anni di attività, e che la sua ultima declinazione – il team che porta il suo nome nato nel 1977- qui ottenne la sua prima vittoria esattamente quaranta anni fa, ad opera del compianto Clay Regazzoni.

L’auspicio, vista anche l’attuale situazione tecnico-economica, è che la Williams possa tornare al più presto nelle posizioni che più le competono.

Insomma, di per sé il carburante emozionale non manca. Se poi ci aggiungiamo i recenti fatti austriaci, che qui siamo a casa di Lewis Hamilton e che da pochissimo la pista è stata riasfaltata -variabile centrale per la gestione delle gomme- si capisce come ci siano tutti gli ingredienti per un altro fine settimana di grandi battaglie.

Non trascurabile anche il fattore meteo, tanto è vero che le libere del venerdì sono caratterizzate da pista umida, a differenza del sabato, dove le nubi fanno soltanto capolino.

Il venerdì mattina, che vede Gasly primo con la Red Bull in 1’27″173, si lascerà ricordare per l’incredibile incidente di Grosjean: il francese, in uscita dalla pit lane, riesce nell’impresa di girarsi ed andare a sbattere contro il muretto, distruggendo l’ala anteriore e di fatto riassestatosi dopo aver percorso un pezzettino contromano. Fortunatamente per la vettura, non si sono riscontrati edanni importanti.

Al pomeriggio invece, il primato spetta a Bottas: 1’26″732 è il tempo del finnico, mentre al sabato mattina tocca a Leclerc in 1’25″905.

Le qualifiche invece, sono caratterizzate dal classico mix tra scelta di gomme in virtù della domenica e ultimi tentativi disperatamente efficaci.

La Q1 va ad Hamilton (1’25″513) e la Q2 a Leclerc (1’25″546).

Quando si arriva alla Q3 il clima è diviso tra la voglia di Hamilton di prendersi la quinta pole consecutiva su questa pista, e il senso enorme della Ferrari di rivincita.

E invece, almeno in questo caso, “tertium datur”: vuoi un leggero errore di Hamilton, vuoi uno splendido giro, il primo tentativo è sufficiente a Bottas per prendersi la pole, la decima in carriera, il trentaquattresimo pilota ad andare in doppia cifra in questa speciale classifica. L’1’25”093 è anche record della pista.

L’inglese invece, riesce solo a migliorarsi, fino ad arrivargli a 6 millesimi, uno straordinario Lelcerc a 79 (è addirittura il più veloce nel primo settore della tornata finale), mentre Verstappen a 183.

Terza fila per Gasly e Vettel, che si fermano, rispettivamente, a 497 e 694 millesimi dal poleman.

Domenica, il tempo è buono ma la tensione che si respira lassù, tra le prime tre file è altissima. Senza timor di retorica, questa si può tagliare con il coltello.

Prima del via, c’è solamente il tempo per delle piccolissime riparazioni sull’ala posteriore di Max Verstappen.

Quando si spengono i semafori, i primi quattro mantengono le loro posizioni, con una ottima partenza di Bottas. Vettel quantomeno riesce a prendersi la posizione su Gasly. La primissima tornata è caratterizzata dal bel duello tra Norris e Riccardo, col primo che riesce a difendersi molto bene.

Hamilton dal principio comincia a mettere sotto pressione Bottas, studiando o in ogni curva.

Al quarto giro, ecco i fuochi d’artificio: Hamilton passa il compagno ma viene poi ripassato alla Copse da Bottas, autore di un gran attacco, cattivo, all’interno.

Intanto, dietro i primi due, si infiammata la lotta tra le Ferrari e la Red Bull. Lotta, questa, che vede Gasly passare Vettel al giro 12. Il francese poi rientra al termine dello stesso giro. Per altro, al termine della successiva tornata, ci sono ancora grandi emozioni visto che Leclerc e Verstappen si presentano insieme ai box, per i rispettivi pit. Almeno in un primo momento, grazie al grande lavoro dei meccanici, Verstappen riesce a saltare davanti, salvo poi Leclerc riprendersi la posizione sul successivo rettilineo. Comincia così tra i due una battaglia che vede l’olandese attaccare e il monegasco della Ferrari difendersi strenuamente e in maniera quasi commovente, sfruttando la capacità di frenare più tardi. Esemplificativo quanto avviene al giro 18, con la staccata ritardata che consente a Leclerc di rintuzzare un attacco di Verstappen alla Stowe, attacco pressoché finalizzato.

Il leader Bottas si ferma alla sedicesima tornata, Hamilton, Vettel (sua la scelta di ritardare la sosta) ma anche Verstappen per la seconda sosta personale, quattro giri dopo, sfruttando la safety car entrata a seguito del testacoda di Giovinazzi.

Dopo un giro tocca anche a Leclerc che però torna in pista dietro ad entrambe le Red Bull. Per Ferrari, un’altra sbavatura nelle strategie.

La gara riprende nella sua valenza agonistica al giro 24. Hamilton se ne va subito, mentre il personalissimo confronto Leclerc Verstappen vive un altro capitolo: questa volta è Verstappen che riesce a difendersi sfruttando tutta la pista, neanche guidasse un kart, dopo un’altra miniserie di tanti piccolissimi contatti.  Verstappen stesso che, a questo punto, si mette sulle tracce del compagno di squadra.

Nel mentre, i due battistrada hanno il tempo per alternarsi nel segnare i giri più veloci, proprio quando Gasly va a lasciar strada al compagno di squadra.

Dietro sempre Leclerc, anche questa volta costretto a combattere con un tempismo strategico del team tutt’altro che lungimirante e ritrovatosi in lotta con il francese.

Per il 16, per altro, sfruttare la scia della stessa Red Bull si dimostra piuttosto complesso, visto il grande lavoro dei motoristi Honda che consente alle vetture austriache di avere ottime prestazioni anche sugli allunghi.

E infatti, per sorpassare il ferrarista deve inventarsi una mezza magia.

E’ il giro 36 quando, con una manovra fantastica, preparata lasciando scorrere la vettura all’ingresso della curva 3, Leclerc si prende la posizione, difendendola nelle due successive.

Ho tutto questo, Verstappen arriva alle spalle di Vettel.

Al giro 38 l’incredibile colpo di scena: nel tentativo di replicare il sorpasso subito all’esterno della Stowe da parte di Verstappen, Vettel arriva a tamponare l’olandese.

Per entrambi non c’è ritiro, sebbene il tedesco si ritrovi costretto al cambio muso precipitando all’ultimo posto, e l’uomo Red Bull si ritrovi quinto e con la vettura per forza sbilanciata. In oltre, il ferrarista si prende anche una penalità di dieci secondi.

Al giro 45 si ferma Bottas, per la sua seconda sosta. Alle spalle dei primissimi, resta sempre viva la lotta Sainz-Riccardo per la sesta piazza, con Sainz che riesce a restare davanti.

All’ultimissimo giro poi, proprio sotto la bandiera a scacchi, Hamilton riesce a prendersi anche il punto del giro più veloce, grazie ad uno strabiliante 1’27”369 (con gomme vecchie di 33 giri) che gli consente di superare l’1’27”406 fatto poco prima da Bottas con pneumatici nuovi.

Dopo l’arrivo, c’è soltanto il tempo per il giro d’onore del vincitore, che riesce anche a farsi dare una bandiera del suo paese da un commissario. Nei box, lontano dalle telecamere, Vettel, casco in testa, va da Verstappen a scusarsi con un gesto veramente da signore.

Peccato soltanto che sulla testa del tedesco, ora torneranno ad aleggiare illazioni e polemiche.

Nulla da aggiungere sulla vittoria di Hamilton nel settantesimo Gran Premio di Gran Bretagna. Un Hamilton sempre più nella storia, bravo stavolta anche a gestire un compagno di squadra davvero coriaceo. Podio per Leclerc, sublimato da un paio di manovre mozzafiato, davanti al migliore Gasly della stagione.

Quinta piazza per un Verstappen davvero sfortunato ma che torna dall’Inghilterra con tante convinzioni in più. Sesto Sainz, settimo Riccardo. Ultimi punti per un inossidabile Kimi Raikkonen, per un Kvyat autore di una grande rimonta e per Hulkenberg.

Solo sedicesima l’altra Ferrari, su cui molto si è scritto e troppo ancora si dirà.

Prossimo appuntamento in Germania, la dove nel 2018 ci fu un vero e proprio punto di non ritorno.

Lorenzo Proietti

Lorenzo Proietti su Barbadillo.it

Exit mobile version