Siracusa/Teatro Greco. Stagione dei record per l’Inda con la magia delle note di Einaudi

La cavea del Teatro Greco al termine del concerto di Ludovico Einaudi

Gli spettacoli e numeri. 160mila spettatori fanno per l’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa l’anno di tutti i record. I tre spettacoli che dal 9 giugno al 6 luglio si sono avvicendati nella cavea del teatro greco hanno raccontato con accenti diversi il tema “Le donne e la guerra”. Le donne sono Elena, Ecuba e le troiane, Lisistrata. In ognuna di loro la guerra era il nemico o perché le condannava (Elena, la doppia Elena di quest’anno, condannata nell’odio di un popolo e nell’inconsistenza voluta dal dio) o perché le umiliava come accade alle prigioniere troiane destinate allo stupro del vincitore o ancora perché le vedeva trionfare nella realizzazione di un utopico panellenismo che lo sciopero del sesso architettato da Lisistrata pare realizzare. Donne e guerra. Attrici e guerra. La 55esima stagione delle Rappresentazioni classiche è stata dominata da prove di attrici memorabili. Tutte. Dalla grande Maddalena Crippa (Ecuba), a Laura Marinoni e Viola Graziosi (le due Elena,  l’una immaginifica anche nel dominare la scena, l’altra sensuale e orgogliosa interprete), da Elena Arvigo, potente Andromaca a Marial Bajma Riva che per la sua mirabilmente insensata Cassandra ha meritato il premio di attrice esordiente e il premio della stampa, e poi Elisabetta Pozzi, focosa e poetica  Lisistrata. E come scordare la forza dell’interpretazione doppia di Viola Marietti e di Simonetta Cartia, l’eleganza di Linda Gennari o l’espressionismo di Tiziana Schiavarelli e Federica Carrubba Toscano? O non citare la voce di Clara Galante e la chitarra di Fiammetta Poidomani? La forza della stagione di quest’anno è stata nei cast. Non solo le donne. Anche gli attori (Sax Nicosia, Graziano Piazza, Giancarlo Judica Cordiglia, Paolo Rossi, Massimo Cimaglia, Tullio Solenghi e i suoi attori maestri di pastiche dialettali) e i cori. Un omaggio al mestiere d’attore lungo due mesi e fragoroso di applausi. Una stagione, quella che si è conclusa sabato sera, dominata dalla traduzione contemporanea. Le regie delle due tragedie hanno incarnato al meglio il concetto di traduzione del classico, che è un attraversamento temporale e linguistico.  Se la regia di “Elena” di Davide Livermore costituirà- si augura- un punto di non ritorno nella contaminazione della classicità, anche l’essenzialità della scena di Muriel Mayette-Holtz per “Troiane” ha offerto fruttuosi spunti per le prossime regie. Di contro la prudente  e fragile deriva televisiva di Solenghi ha dimostrato quanto ancora si debba investire nella commedia ovvero approfondirne le istanze di linguaggio più che di spazio del pensiero eversivo. Come aveva fatto Massimo Di Michele allestendo per gli allievi dell’Accademia Del Dramma Antico una “Lisistrata” che poteva benissimo andare in cartellone per la Stagione. Allora sì che la rottura del linguaggio scenico e il rispetto dell’autore avrebbero fatto en plein. Tant’è.

Vanessa Redgrave riceve il premio Eschilo d’oro. Nella foto il sovrintendente Inda Antonio Calbi e Carlo Nero

Gli eventi collaterali. Questa del 2019 è stata una stagione bella e importante, anche negli eventi collaterali. Le due mostre, la splendida “Mater” di Matteo Basilè e “Demetramata” di Umberto Passeretti. Gli incontri all’Orecchio di Dionisio hanno avuto la punta d’eccellenza con la lectio di Luciano Canfora e la presenza di Claudio Magris  (gli altri ospiti sono stati Lella Costa ed Eva Cantarella). Poi gli eventi canonici della Serata del Rifugiato che ospitava lo spettacolissimo “L’abisso”  di Davide Enia. L’omaggio a Vanessa Redgrave per il suo impegno umanitario con il conferimento del premio Eschilo d’oro e la proiezione al Teatro Comunale del film documentario “Sea Sorrow”.

I protagonisti di Agon. Da sinistra nella foto Livia Pomodoro, Pucci Piccione, Viola Graziosi, Gherardo Colombo, Laura Marinono, Maddalena Crippa, Vittorio Manes, Ezechia Paolo Reale, Giuseppina Paterniti, Loredana Faraci

L’annuale appuntamento giudiziario-teatrale Agon in cui è stata processata Elena: l’edizione migliore mai vista in cui il rigore della retorica giuridica andava brillantemente a braccetto con l’ironia (Gherardo Colombo e Maddalena Crippa,un sorprendente duo comico)

Luca Zingaretti con il fisarmonicista Fabio Ceccarelli

 

Luglio è cominciato con Luca Zingaretti e la sua lettura del racconto “La Sirena” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, lettura improbabile ma molto gradita al pubblico del commissario Montalbano.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ludovico Einaudi e “Seven Days Walking”. La stagione è terminata giovedì 25 luglio con il concerto evento di Ludovico Einaudi “Seven Days Walking”. Il concerto di Einaudi proietta la 55esima stagione Inda e Siracusa al centro dei grandi eventi culturali. Quella di Siracusa è stata la prima data del pianista in Italia, dopo la Carnegie Hall di New York, la Symphony Hall di San Francisco, passando per i grandi teatri di Washington, Philadelphia, Chicago, Denver, Seattle e Vancouver, il tour di Einaudi continuerà in Italia, Inghilterra, Germania e Spagna. Presentando “Seven Days Walking” (sette variazioni intorno a uno stesso percorso immaginario, sette dischi nell’arco di sette mesi consecutivi), Ludovico Einaudi ha detto che il suo progetto musicale nasce da una “sensazione di essenza estrema”. E di certo non pensava che quella sensazione sarebbe diventata esperienza al Teatro Greco di Siracusa. Le note vellutate e ardite del pianoforte di Einaudi, accompagnate dal virtuosismo del violino di Federico Mecozzi e del violoncello di Redi Hasa, distribuite in uno spartito di luci sul cielo e sulle pietre del teatro siracusano hanno compiuto un miracolo di energia e suggestione. Essenziale come il nudo gesto del fare l’amore: questa è l’emozione che Einaudi ha donato al pubblico che ha riempito tutto il teatro, trascinato dalla magia della musica. Persino il fastidio di qualche rumore dall’esterno del teatro è stato ricompensato dal fruscìo dell’acqua della Grotta del Ninfeo alle spalle della gradinata del teatro: meraviglia aggiunta a meraviglia. Un’ovazione al termine, il bis e ancora mezz’ora di musica hanno chiuso una stagione dei record a Siracusa.

Ludovico Einaudi e i suoi musicisti

La prossima stagione. Ha ragione il sindaco di Siracusa e presidente dell’Inda Francesco Italia a dire che le pietre del teatro greco sono vive: mai come in questa stagione si è avvertita nel pubblico la gioia di essere parte di una magnifica e necessaria festa della parola e del gesto e della musica e delle scene. Che è la festa del teatro. Sarà vero -come sostiene Antonio Calbi, sovrintendente Inda- che a teatro sono venuti siracusani che non vi avevano mai messo piede; ma è altrettanto vero che certi risultati nascono dalla capacità di stupire, dal coraggio di offrire novità, dalla voglia di far sopravvivere l’antico di quei testi greci del V sec. Fare la sintesi tra stupore, novità e antico non è facile: quest’anno è accaduto. Prima dell’ultima replica della commedia e come da tradizione, erano stati annunciati i titoli degli spettacoli della prossima stagione all’insegna del tema “Verità nascoste“, molto attuale come ha sottolineato Mariarita Sgarlata, il consigliere delegato Inda.  I titoli sono “Ifigenia in Tauride” e “Le baccanti” per le tragedie e la commedia “Le nuvole”. Ancora Euripide, ancora Aristofane. Ancora uno scherzo sul mito, stavolta a Ifigenia che non viene sacrificata ma salvata da Artemide come Elena strappata da Zeus a Troia. Ancora una tragedia corale di donne seppur invasate. Ancora Aristofane, con un testo che riprende il tema delle diatribe presente nella maggior parte delle sue opere (nelle stagioni precedenti il tema era nelle “Rane” e nei “Cavalieri”). Attendiamo i nomi dei traduttori e dei registi, perché spetta a loro non solo quel felice connubio tra innovazione e tradizione che rende vivo il teatro antico, ma anche il compito di stupirci con un altro Euripide e un altro Aristofane. A noi spetta attendere la nuova stagione, che farà ancora di Siracusa il più bel palcoscenico di pietre al mondo.

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Daniela Sessa

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