Il caso. La libertà dei cittadini messa sotto scacco dai pagamenti elettronici

Mi è sempre piaciuta la tesi di Massimo Fini, quando in un libro profetico definiva il denaro lo sterco del demonio: la moneta, infatti, non è di per sé un nemico, ma diventa una minaccia se viene usato come mezzo per il benessere sociale. Possiamo dire, infatti, che oggi siamo vicini ad una società demoniaca.

Quello che però non fu mai previsto è stato l’uso smisurato delle carte di credito o del bancomat: strumenti più infernali della moneta poiché grazie ad esse il soggetto perde la propria libertà in nome della tracciabilità. Forse questo strumento è la naturale conseguenza della società iperconnessa: se posso sapere dove sei, a cosa stai pensando, i tuoi interessi, è giusto capire in maniera chiara e netta cosa acquisti e dove. In fin dei conti, l’uso imposto della carta rientra nel meccanismo perverso di “Big Brother” ipotizzato dallo scrittore inglese Orwell nel romanzo 1984.

In tal modo lo Stato da ente che dovrebbe controllare la libertà di ogni cittadino, diventa il più grande impiccione: imponendo l’uso del mezzo elettronico potrà sapere ed accedere ai movimenti bancari dei cittadini, violando semplici principi di libertà.
In più, l’obbligo dell’utilizzo del mezzo elettronico, viola la possibilità di scelta di un singolo cittadino: non essendo normato infatti l’obbligo del possedere un conto corrente, perché prevedere dei bonus IVA a coloro che utilizzano carte di credito. Sembra un mezzo per aumentare le diversità andando a favorire chi si può permettere il lusso di avere dei depositi. Il nuovo umanesimo promesso dal Premier “Giuseppi” è quello che si basa sui fardelli e sul limitare le scelte di un singolo cittadino? Si può parlare di umanesimo quando si decide di legare le scelte di vita e di acquisto ad un mezzo elettronico?
Il denaro era lo sterco del demonio, la carta rischia di esserne il cuore?

Paolo Caroccia

Paolo Caroccia su Barbadillo.it

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