Libri. Arriva “Ordre Nouveau 1969-1973”: l’originale esperimento francese di destra radicale

E’ uscito da poco (nell’agosto scorso), grazie a Synthèse Éditions, questo libro “Ordre Nouveau 1969-1973. L’histoire du mouvement racontée pas ses militant”; 263 pagine di documenti e testimonianze su un movimento politico, fatto di giovani che ebbe breve vita in Francia, che all’indomani nel ‘68 aprì una sede parigina in rue des Lombards per poi ramificarsi in tutto il Paese, principalmente nelle Università e nei licei, riuscendo a raccogliere una notevole quantità di militanti che, facendo tesoro degli errori di precedenti movimenti del recente passato: FEN, REL, Occident, etc., seppe dar vita ad una struttura politica originale dalla quale, dopo il suo scioglimento sarebbero sortite parecchie personalità del mondo politico (anche alcuni ministri), dell’Università, della diplomazia, dello spettacolo e dell’arte.
Nel 1973, pochi mesi prima dello scioglimento del movimento per decisione del Consiglio dei Ministri in seguito a duri scontri avvenuti a Parigi quando un’assemblea nella sala della Mutualité fu assaltata dalla Lega dei Comunisti (con lo stesso decreto ministeriale fu sciolto anche questo movimento assieme ad altri di estrema sinistra), i dirigenti dei Ordre Nouveau strinsero un’alleanza elettorale con il Front National – nato proprio in quella occasione – e ne furono l’ossatura militante durante la campagna elettorale del febbraio 1973.
Su quella breve esperienza e sull’ambiente giovanile che a quel tempo aderì e si mobilitò in quell’organizzazione sono usciti molti studi ai quali si aggiunge adesso questo interessante volume raccontato dai suoi militanti, dall’allora Segretario Generale – a 21 anni – Pascal Gaucon, oggi direttore della rivista “Conflits”, al disegnatore e musicista Jack Marchal, in tutto una quarantina di testimonianze.
Completano il volume una serie di interventi di osservatori esterni tra i quali quelli di Jean-Yves Le Gallou tra i promotori dell’Institut Iliade, dello storico Pierre Vial, e un intervista al prof. Marco Tarchi dell’Università di Firenze.

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Amerino Griffini

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