Cultura. Arriva “Soggetto radicale”, nuovo saggio di Dugin (presentato ad Aprilia)

Dugin
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Arriva in Italia il nuovo saggio di Aleksadr Dugin, “Soggetto Radicale” (Aga). L’opera del filosofo russo è stata presentata in anteprima nazionale ad Aprilia, dall’associazione Aprilia in prima linea con le relazioni dell’editore Maurizio Murelli e dell’intellettuale Rainaldo Graziani.

L’incontro è stato introdotto da Emanuele Campilongo che ha sottolineato il ruolo di Apl: ” “Il nostro è un campo neutro, una casa dove tutti possono e debbono sentirsi a proprio agio – afferma Campilongo – poiché è nella provincia più profonda che la post modernità imperante trova maggiori resistenze. L’opera di Dugin è quello che ci serve. Abbiamo la necessità di aggiornare il nostro arsenale metapolitico e culturale e allo stesso tempo di uscire dalla “sindrome della riserva indiana”, che attanaglia troppi esponenti del nostro ambiente. Dobbiamo fare di tutto per essere guida dei processi di mutamento e non di essere travolti da essi, o divenire preda dell’inconsistenza. Infine – conclude Campilongo – abbiamo il dovere di agire concretamente per superare gli steccati ideologici in cui il sistema ci ha imbrigliato, e capire che il vero nemico è la dittatura liberale in atto”.

L’incontro di Apl ad Aprilia su Dugin

Il ruolo delle avanguardie 

Graziani ha spaziato da “ciò che è stato a ciò che dovrà essere”, rivendicando le esperienze di una certa area culturale e politica che già dal 63’ studiava la beat generation, il ribellismo giovanile e i contrasti da cui nacquero esperienze musicali ad artistiche d’avanguardia. Tutto, molto prima del famoso 68’. “Il ruolo delle associazioni è di fondamentale importanza – ha affermato Graziani – ad esempio grazie ad Apl questa serata è stata possibile. Esse sono l’avanguardia culturale, e una avanguardia esiste in funzione di una retroguardia che è rappresentata dalla forma partito/movimento, ed essa non è meno importante. Vanno superati i concetti di destra e sinistra – ha proseguito Rainaldo Graziani – e la nostra forza sta nel non essere inquadrabili. Noi siamo nati per proporre, ascoltare e comprendere non cediamo alla facile polemica. Noi siamo i custodi del pensiero del lupo ed esso non è addomesticabile. Bisogna superare sé stessi, – sottolinea Graziani – e ciò significa andare a misurarsi con il futuro creandoci le nostre stelle polari per poter navigare nella post-modernità.” Graziani ha voluto dare un consiglio per chi vuole fare politica in questi tempi. “Bisogna studiare la geopolitica poiché con essa si comprende la logica dei grandi spazi, se la politica la farà propria essa risulterà più efficace. Davanti a fenomeni di evidente decadenza legati post modernità, come ad esempio il gender nelle scuole– non possiamo collocarci come dei reazionari, inorridire semplicemente è da perdenti. Dobbiamo osservare e trovare soluzioni alternative, questo metodo di azione è da Soggetto Radicale. Bisogna creare una dimensione clanica, rifondare il linguaggio e dare forza alla parola”.

Soggetto radicale, il nuovo saggio di Dugin

Il saggio di Dugin: Soggetto radicale come Cavalcare la tigre di Evola

Per Maurizio Murelli “l’impegno su “Soggetto radicale” è stato frutto di un lavoro di 18 mesi e la cui opera di traduzione è stata particolarmente complicata. Un lavoro immane soprattutto per renderlo comprensibile al pubblico italiano. Nel libro vi è l’importanza di essere impegnati per il mutamento ma esso non è un manuale per chi vuole fare politica. Il paragone con Cavalcare la tigre di Julius Evola è diretto e quindi per capire il Soggetto Radicale non si può prescindere da quest’opera. Allo stesso tempo, non si può comprendere il testo di Evola senza conoscere ad esempio Nietzsche e il suo Così parlò Zaratustra. I concetti evoliani della “Politeia” e dell’Anarca di destra hanno portato parecchi a perdersi in passato volendo dare ad essi una valenza pratica nel fare politica. Evola non scioglie alcuni nodi che Dugin con il Soggetto Radicale si occupa di dirimere. Quando la metaforica tigre è stata cavalcata fino a sfiancarla e si scende, cosa succede? Il punto di partenza rimane il senso di estraneità che l’uomo differenziato ha rispetto alla post modernità imperante. Ed anche il suo rapporto con il nichilismo va affrontato. Dugin lo fa con una luce nuova. Il nichilismo – continua Murelli – è una condizione della Tradizione, come la notte è una condizione del giorno e l’inverno è quella di un anno. Si vive anche nella “notte” e in essa si deve agire. Noi siamo nel pieno della grande notte, da cui arriveremo al Sole di mezzanotte e da esso si paleserà il Soggetto Radicale. Egli è sempre “pro” mai “contro”, somiglia ad un Dioniso – per fare un paragone filosofico – non è un Titano”.

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Antonio Fiore

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