Cinema/Mostre. A Rimini “Fellini 100 – Tutto si immagina”: il centenario del regista romagnolo

Il manifesto della mostra su Federico Fellini

Venerdì 29 novembre, la Casa del Cinema di Roma è stata sede della Conferenza Stampa di presentazione della mostra: Fellini 100  – ‘Tutto si immagina’, intesa per celebrare il centenario dalla nascita (1920 – 2020) del celeberrimo regista romagnolo, che si terrà proprio a Rimini, nel malatestiano Castel Sismondo, dal 14 dicembre 2019 al 15 marzo 2020. Inoltre, tra circa un anno aprirà in città il Museo Internazionale Federico Fellini. 

Indubbiamente, la eredità lasciata da Fellini è ancora dinamica e viva nel linguaggio artistico e creativo contemporaneo. ‘Tutto si immagina’ non è solo una sua ben nota espressione, ma la chiave di volta per fotografarne lo spirito creativo. Ciononostante, la sua è anche una presenza “scomoda”, poiché non di rado ha oscurato e continua a oscurare colleghi altrettanto geniali e che meriterebbero pure loro l’appellativo di “genio immortale”, il quale è anche il sottotitolo di questa esposizione. Blasetti, De Sica, Leone e Petri hanno veramente qualcosa da invidiare a Fellini? A nostro avviso no, ma questa rimane una posizione individuale, condivisibile o meno.  

Tornando alla mostra, tra le varie sezioni che la compongono, spicca il materiale del Fondo Nino Rota. In particolare verrà mostrata per la prima volta una serie di taccuini originali sui quali Rota appuntava le indicazioni del Maestro sulla musica che avrebbe dovuto accompagnare ed esaltare le sue scelte registiche. E ancora, sarà esposta la primissima sceneggiatura di Amarcord (1973), nonché quella di (1963) e di proprietà di Lina Wertmüller, che fu assistente alla regia di Federico Fellini in quel film. Sfileranno poi gli abiti di moda ecclesiastica di Roma (1972), accanto ai costumi del Casanova (1976), per i quali lo scenografo Danilo Donati ottenne l’Oscar. Infine, le immagini di due maestri della fotografia come Tonino Delli Colli e Giuseppe Rotunno riempiranno le sale dedicate ai compagni di viaggio di Fellini. Ecco, qui intendiamo aprire una piccola nota polemica. Ossia, una cosa che ci infastidisce non poco è la sistematica omissione, e ciò è avvenuto anche durante l’incontro nella Capitale, della enorme amicizia tra Fellini e Sordi, poiché una certa critica prezzolata ha scarsa simpatia per il “democristiano” Sordi. Eppure, costui amava Fellini, come si dimostra in questo breve frammento da una sua intervista (www.youtube.com/watch?v=AYozfmW9MP4), in cui egli parla con sincero trasporto del loro rapporto. Del resto, in Italia la Settima Arte viene perlopiù raccontata e non studiata. Ragion per cui, se si vuole conoscere meglio la figura di Fellini, rimandiamo all’ottimo testo in inglese: Federico Pacchioni, Inspiring Fellini. Literary Collaborations behind the Scenes (Toronto, University of Toronto Press, 2014. 237 pp,), e sul quale siamo intervenuti anni fa con questo scritto: http://www.rivistadistudiitaliani.it/articolo.php?id=2192.

Il Sindaco di Rimini Andrea Gnassi ha recentemente dichiarato che: “Il Museo Fellini dovrà avere lo stesso ruolo e centralità del Museo Guggenheim per Bilbao. Un motore e attrattore di cultura e d’arte, che ha l’ambizione di coprire un suo spazio preciso nella grande rete museale internazionale”, riproponendo quella deteriore visione della cultura come turismo di stampo franceschiniano. Per questa gente il danaro conta sin troppo, e la conoscenza viene sempre in secondo piano. Ad esempio, Rimini un museo di livello internazionale ce l’ha già! Ci riferiamo al Museo degli Sguardi, il quale, malgrado le sue pregevoli raccolte etnografiche, è negletto e sovente chiuso al pubblico. Fellini è così apprezzato per la sua leggerezza, in tal modo è facile evitare di pensare e non accorgersi di molte storture di una Nazione in gravissima difficoltà identitaria.

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Riccardo Rosati

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