Libri. “La sfida di Carl Schmitt” e la censura dell’integralismo liberal

Carl Schmitt

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La sfida di Carl SchmittÈ imbarazzante rilevare come nell’attuale periodo storico chiunque si occupi di informazione e di politica debba obbligatoriamente conformarsi ai rigidi dettami del mainstream. Coloro che rifiutano di sottostare alle regole prescritte dal catechismo del politicamente corretto vengono immediatamente ridicolizzati e demonizzati.

Per attuare al meglio questo sistema, Facebook è diventato un perfetto tribunale inquisitorio dove processare e censurare sommariamente i nemici, senza consentire loro alcuna possibilità di difesa, ben sapendo che l’esclusione da questo social network comporta ingenti danni economici e d’immagine.

Ma non solo. Si è arrivati alle estreme conseguenze di stilare una vera e propria lista di proscrizione, al fine di individuare, ostracizzare e criminalizzare le persone che propongono un pensiero alternativo a quello dominante.

Se da un lato questo costituisce un atto gravissimo, dall’altro invece ci permette di comprendere a quale livello di integralismo siano ormai giunti i progressisti, che non solo non accettano il contraddittorio, ma non tollerano nemmeno più l’esistenza dell’interlocutore, andando così a negare la libertà di pensiero, uno dei principali diritti che loro stessi dicono di difendere.

Fortunatamente, vi è anche una parte della sinistra che invece ritiene fondamentale il dialogo. Al riguardo segnaliamo con piacere la pubblicazione de La sfida di Carl Schmitt (NovaEuropa Edizioni, 2019, 356 pagine, 23 euro), antologia di saggi curata da Chantal Mouffe che vede la presenza al suo interno di importanti intellettuali come Catherine Colliot-Thélène, Grigoris Ananiadis, Costanzo Preve, Slavoj Žižek, Agostino Carrino e Paul Hirst. Questi studiosi, pur essendo di orientamento post-marxista, si sono cimentati nell’analisi delle tesi di Carl Schmitt evidenziandone sia le criticità, sia gli elementi di pregio.

Nel corso del loro esame, gli autori avuto modo di confrontarsi con la teoria liberal-costituzionale dello Stato, ritenuto mero esecutore di quanto stabilito dall’assemblea legislativa, assoluta dominatrice del sistema attraverso la discussione.

Carl Schmitt

L’attenzione si sposta successivamente sulla politica, che Schmitt considera una lotta tra nemici che si combattono, contribuendo così a originare l’ordinamento giuridico. Nondimeno, si rileva come anche l’insieme delle leggi resti intrappolato in un formalismo astratto. Secondo il filosofo tedesco: «Sovrano è chi decide sullo stato d’eccezione» – e infatti la sovranità resta al di fuori del diritto, in quanto le azioni del sovrano non possono essere limitate in alcun modo in questi angusti confini.

Schmitt arriva a sostenere la necessità di una peculiare forma di dittatura che non è a tempo indeterminato, bensì viene realizzata proprio nello stato di eccezione, la cui finalità è quella di restaurare la stabilità sociale, la costituzione e l’ordine.

Molto interessante la posizione di Chantal Mouffe, che non esita a criticare decisamente le politiche liberal a favore dell’immigrazione, argomentando che è priva di fondamento la teoria secondo cui esiste una democrazia del genere umano: «Dovremmo essere consapevoli che senza un demos a cui appartenere, questi cittadini/pellegrini globali perderebbero la possibilità di esercitare i loro diritti democratici. Essi, al massimo, potrebbero appellarsi a corti internazionali per difendere i loro diritti individuali violati. Con tutta probabilità, questo tipo di democrazia cosmopolita, se sarà mai realizzata, altro non sarebbe che un vuoto nome che maschererà l’attuale sparizione di forme democratiche di governo: il trionfo della forma liberale di razionalità governativa che Focault chiamava governamentalità»

(Chantal Mouffe, Carl Schmitt e il paradosso della democrazia liberale, in AA VV, La sfida di Carl Schmitt, a cura di Chantal Mouffe, NovaEuropa Edizioni, 2019).

In conclusione, questo libro ci permette di comprendere che il pensiero di Carl Schmitt è tuttora fondamentale per interpretare l’attuale periodo storico e per fornirci una buona prospettiva per criticare la post-modernità.

*La sfida di Carl Schmitt, a cura di Chantal Mouffe, NovaEuropa Edizioni, 2019, 356 pagine, 23 euro

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Francesco La Manno

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